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20 feb 2023
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Il Governo sostiene l’artigianato made in Italy

Pubblicato il
20 feb 2023

Dal palcoscenico di Micam il governo rinnova il suo sostegno all’artigiano italiano. Un impegno espresso con forza in prima persona da alcuni componenti dell’esecutivo intervenuti al talk di inaugurazione della kermesse leader al mondo delle calzature, in corso a Rho Fiera Milano fino al 22 febbraio in sinergia con Mipel e TheOneMilano.

Il talk inaugurale di Micam a Rho Fiera Milano


La semplificazione è il primo imperativo dell’azione di governo. “Dobbiamo semplificare e dare liquidità alle imprese. Aiutarle a creare nuova ricchezza, che poi è l’unico modo per poterla distribuire. Con la riforma del fisco in lavorazione avremo un’ulteriore semplificazione. Sarà una rivoluzione copernicana per costruire un sano rapporto cittadino-contribuente”, dice Lucia Albano, sottosegretario di Stato al ministero dell'economia e delle finanze.
 
Due le linee di intervento annunciate da Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al ministero dell'istruzione e del merito. “L’istituzione del liceo del made in Italy, per creare una classe dirigente che promuova e tuteli il nostro marchio nel mondo, e l’implementazione degli Its, che rimangono l’anello di congiunzione tra territorio e imprese, con nuovi percorsi che vogliono dare risalto alle eccellenza dall’alto artigianato italiano”.

Al talk è intervenuta anche Alessia Cappello, assessore a sviluppo economico e politiche del lavoro del comune di Milano, che ha sottolineato la centralità del sistema moda per il capoluogo lombardo. “La città di Milano è da tanti anni capitale della moda grazie a un modello basato sui top brand. Ma dietro c’è una filiera molto preziosa che ci rende celebri in tutto il mondo. La fashion week è alle porte con un indotto stimato di circa 70 milioni per la città, che vede arrivare un turismo business alto spendente orientato a generare quelle opportunità economiche di ripresa per Milano. Il comune ha anche sottoscritto un patto per il lavoro che mette al centro i temi relativi alla formazione professionale orientati all’inserimento lavorativo con un focus sui mestieri dove Confartigianato stima 40mila posti di lavoro vacanti”.
 
Roberto Luongo, direttore Ice, ha ricordato il peso dell’artigianato di alta qualità sull’economia nazionale. “Il made in Italy rappresenta il 32% del Pil nazionale con circa 150mila imprese italiane che esportano i loro prodotti. Con i suoi 80 uffici nel mondo, l'Ice supporta questo settore e il sistema fieristico che rimane uno strumento centrale delle politiche industriali del Paese. Con Mipel, Micam e TheOneMilano portiamo a Milano oltre 500 buyer dall’estero. Le fiere sono un riferimento centrale per le politiche di internazionalizzazione. Il ruolo del calzaturiero è fondamentale con oltre 7.000 imprese e 80mila addetti. Siamo la prima potenzia al mondo nelle scarpe di alta gamma”.
 
Un primato da difendere davanti alle nuove sfide globali. “L’80% delle aziende ha una media di 15 dipendenti. Siamo piccoli e abbiamo bisogno del sostegno della politica e degli ammortizzatori sociali”, sostiene il presidente Assocalzaturifici e Micam, Giovanna Ceolini. “Gli investimenti vengono mangiati dall’aumento dei costi di energia e materie prime. Serve il credito di imposta per continuare a investire in innovazione”.
 
Le fa eco il presidente di Mipel, Franco Gabbrielli. “La pelletteria vive un nuovo momento di grande allarmismo. Richiamo grosso perché le aziende piccole rappresentano il nostro tessuto imprenditoriale. 20 anni fa bastava un bel prodotto per fare business; oggi, invece, è fondamentale la comunicazione, ma è costosa e complicata. La pelletteria italiana ha due facce: ci sono le aziende che producono per grandi brand e quelle a marchio proprio. Le prime hanno il vento in poppa; le seconde invece sono di piccola-media dimensione e hanno bisogno del supporto di Ice”.
 
La filiera vive un momento di forte e positiva trasformazione, come testimonia Fulvia Bacchi, amministratore delegato Lineapelle. “Il nostro settore è descritto come vecchio. Ma oggi una conceria è un’azienda all’avanguardia dove sono protagoniste la tecnologia e la digitalizzazione. Inoltre, le donne sono diventate la forza trainante delle concerie. In meno di 10 anni siamo passati dal 24 al 40% di personale femminile. Le donne ricoprirono ruoli dirigenziali e curano tutti gli aspetti che contribuiscono alla crescita dell'azienda”.
 
Sul rilancio del settore gioca, infine, un ruolo importante il complesso fieristico meneghino. “Fiera Milano genera un indotto di 8 miliardi di euro su base annua e rappresenta la casa delle filiere industriali, compresa quella della moda. Qui le imprese possono mostrare tutto il loro ingegno e la capacità di internazionalizzarsi. L’obiettivo della fiera è portare il 'mondo' a Milano. L’innovazione tecnologica, la sostenibilità sono temi importanti perché il consumatore sceglie in maniera sempre più consapevole. Fiera Milano rientra nel 15% delle aziende più virtuose fra le circa 15.000 valutate in tutto il mondo da Sustainalytics. Abbiamo investito 14 milioni di euro sull’infrastruttura tecnologica per rendere la fiera una dei quartieri digitali più avanzati al mondo”, conclude Luca Palermo, amministratore delegato Fiera Milano spa. 

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