Il glamour contemporaneo di Max Mara
Se volete farvi davvero un’idea di cosa indosseranno le donne fra sei mesi, è meglio cominciare a guardare cosa propone Max Mara, il produttore di cappotti di lusso più influente al mondo.
Quest’autunno sarà prima di tutto glamour, con un ritorno delle spalle enormi. In una brillante dimostrazione stilistica, il direttore artistico della casa di moda reggiana, l’inglese Ian Griffiths, ha proposto dei cappotti imbottiti molto belli a forma squadrata, con colli svasati che rievocano l’epoca delle spallone, ma che contemporaneamente la riattualizzano in modo sublime.
Chic duro e puro, con molti cappotti superbi completati da tasche esterne placcate con chiusure a cerniera, o decorate da strisce di pelle. Stilosi abiti-pullover in mohair per la sera, completati da stivali a mezzza coscia creati da Ian Griffiths, gentiluomo poco conosciuto, ma dalla grande influenza, che dirige il team creativo di Max Mara.
Il designer ha anche concepito una nuova serie di borse da indossare sulle spalle, per le donne sempre in movimento. Con una variante sotto forma di scialle in pelle, completato con due tasche da cacciatore. Tutto favoloso.
Ian Griffiths ha coraggio in abbondanza, e ha inventato molti capi nuovi, pervenendo a una sintesi tra pantaloni da marinaio, culotte e kilt. Tutto era elegante, stimolante e fresco.
Il programma addirittura citava Camille Paglia, la pensatrice femminista, che si rallegrava del fatto che “sono gli uomini a soffrire delle convenzioni del vestire”. E in effetti, ciò che ha reso questa collezione eccellente è stato questo suo modo di essere inaspettata e rivoluzionaria e tuttavia totalmente plausibile.
L’impeccabile messinscena ha contribuito a questo successo: una passerella gigantesca costruita nell’atrio principale della Bocconi, un bellissimo spazio modernista e grafico, fatto di marmo e pietra grigia, nel cuore della migliore scuola di business d’Italia. Il tutto sottolineato da una formidabile colonna sonora di Johnny Dynell.
Per tutta la sfilata, centinaia di studenti guardavano svolgersi l’evento con invidia da un'imponente vetrata che si apriva per un intero isolato: futuri capitani d’industria che adocchiavano il loro guardaroba ideale.
La scelta di questa location ha rappresentato un modo per suggerire che i laureati della Bocconi – la metà dei quali sono donne – un giorno si rivolgeranno a Max Mara per vestirsi. Tutto questo ha lasciato in bocca un sapore di emancipazione, esaltato ancor di più da questo fantastico edificio nuovissimo. Disegnato, ricordiamo, da due donne, Yvonne Farrell e Shelley McNamara, del pluripremiato studio dublinese Grafton Architects.
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