Ansa
28 ago 2020
Il distretto fermano delle calzature riparte, tempo di fiere
Ansa
28 ago 2020
Gli imprenditori del distretto calzaturiero fermano, alle prese con una delle più complesse crisi degli ultimi decenni, si preparano al ritorno in fiera. Prima la Germania, poi Milano con Micam e Mipel e a seguire Lineapelle.

Gli imprenditori, che nei mesi di blocco hanno accelerato la digitalizzazione, puntando anche su showroom virtuali e B2B a distanza, non possono fare a meno dell'incontro che solo le manifestazioni fieristiche riescono a garantire. Per questo le associazioni di categoria, in primis Assocalzaturifici, hanno investito risorse per agevolare la partecipazione, anche in accordo con Regione e Camera di Commercio nel caso delle Marche.
Per il Micam è stato pensato un programma di finanziamento che abbatte i costi dell'edizione di settembre (20-23) e anche del Micam Milano Digital show che prosegue fino a metà novembre. I calzaturieri possono accedere a risorse gestite da Simest, ma devono chiedere il finanziamento prima della fiera.
"Siamo pronti con le nostre valigie, con le nostre idee, con il nostro campionario frutto di estro e qualità", dice Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Centro Adriatico, che invita gli associati a partecipare, usufruendo dei contributi.
Secondo Giampietro Melchiorri, vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico, le prime risposte arriveranno da Düsseldorf con Gallery (30 agosto e primo settembre) e Supreme. Quello tedesco è "un mercato fondamentale ma per le nostre imprese, ma ancora peno di incognite, dato che anche la Germania ha attuato un lockdown molto duro".
Melchiorri valuta che siano andare perse "un paio di stagioni". "Siamo preoccupati”, sottolinea Fenni, “inutile farsi illusioni. È appena uscito il primo bando da 5 milioni di euro per l'area di crisi complessa, ma parlare di investimenti con i magazzini pieni e le vendite nei negozi di mezzo mondo in stallo è complesso. Ancora di più - insiste - quando dal Governo arrivano provvedimenti insensati, come lo sgravio al costo del lavoro del 30% ma solo per il Sud. Il che significa di veder trasferire intere produzioni, in particolare delle griffe, dalle Marche in Puglia o in Campania. Noi siamo abituati a lottare, ma non vorremmo che le prossime fossero le ultime fiere per molte imprese, che vanno aiutate in modo da poter garantire il lavoro e quindi il sistema sociale".
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