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Pubblicato il
12 mar 2023
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Il comparto orafo-gioielliero vuole attirare i giovani col progetto “Professioni d’oro”

Pubblicato il
12 mar 2023

Il settore manifatturiero orafo, argentiero, gioielliero e del corallo e cammeo lancia un programma per avvicinare ancora di più i giovani alle professioni di un settore leader nel manifatturiero Made in Italy che nel 2022 ha raggiunto i suoi record in termini di fatturato ed export, ma che rischia un depauperamento a causa della difficoltà nell’attrarre e nel trovare nuovi occupati. Il lancio è avvenuto nel corso di una conferenza, svoltasi il 9 marzo a Milano, organizzata da Confindustria Federorafi insieme a Skuola.net e all’organizzatore fieristico Italian Exhibition Group.

Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi


Si accennava ai record del comparto. Eccoli: l’export a novembre 2022 ha sfiorato i 9 miliardi di euro (8,98 miliardi, per la precisione) con un incremento del +22,1% sull’identico periodo del 2021 e del +40,6% sul 2019 pre-covid. Il dato è di grande rilevanza per un settore che esporta l’89,5% del proprio fatturato. In virtù di queste performance le stime sul fatturato a fine 2022 prevedono di raggiungere il record assoluto di 10,9 miliardi di euro. Nonostante un rallentamento negli ultimi mesi, tutti i Paesi di destinazione registrano nei primi 11 mesi del 2022 un segno positivo a partire dagli USA (+13,9%), dalla Svizzera (+20,9%) e dagli Emirati Arabi Uniti (+20,9%). Melle prime 15 nazioni di destinazione è calato solo Hong Kong (-0,5%).
 
Eppure le oltre 7.100 imprese del settore sono a rischio per l’incapacità di far fronte alle richieste dei mercati, a causa dell’impossibilità di reperire manodopera specializzata. Il settore oggi occupa 30.619 persone (58% donne) e le indagini congiunturali su un campione di aziende indicano il persistere di un sentiment positivo per il primo semestre 2023, sia per il fatturato che come occupati, in quanto il 36% delle aziende intervistate ritengono che incrementeranno il numero dei propri dipendenti.
 
In ragione di questi dati e anche degli importanti investimenti in ulteriori nuovi siti produttivi in Italia da parte di tutti i principali brand internazionali della gioielleria, le previsioni in termini occupazionali sono positive. Però oltre il 50% degli occupati nel settore tra meno di 10 anni sarà in età pensionabile, mentre solo il 13% di essi attualmente ha meno di 30 anni.
 
Occorre quindi alimentare in tempi rapidi il ricambio generazionale. La mappatura appena fatta a livello nazionale da Confindustria Federorafi indica che sono quasi 40 gli istituti che hanno ripreso a formare nell’ambito del comparto del prezioso, ma gli studenti diplomati sono ancora insufficienti rispetto alla richiesta delle aziende. Le esigenze di nuovi occupati e di occupati per ricambio generazionale nelle aziende nei prossimi 5 anni si possono stimare ad una percentuale che si avvicina all’8/10% del totale della forza lavoro attuale (3.000).
 
Secondo Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi: “Oltre a politiche attive per permettere un’inversione di tendenza del tasso di (scarsa) natalità dell’Italia, le Istituzioni devono dare dignità ed autorevolezza agli Istituti Professionali Tecnici, che continuano a garantire tassi di inserimento nel mondo del lavoro vicini al 100%, ma non sono in grado di attrarre giovani in numero sufficiente per un paese manifatturiero come l’Italia. Il nostro sistema scolastico esprime un decimo di diplomati tecnici rispetto alla Germania. Occorre inoltre uno sforzo formativo ed informativo dei dirigenti scolastici, dei docenti e degli orientatori, a partire dalla scuola secondaria”.
 
Secondo la presidente, “il sistema delle imprese deve essere più aperto e comunicare meglio”. Perciò “in sinergia con le sezioni delle nostre Territoriali di Alessandria, Arezzo, Campania e Vicenza, abbiamo realizzato per la prima volta in Italia la “mappatura” delle scuole/istituti con percorsi orafi, identificandone quasi 40 in 10 Regioni. Abbiamo anche definito i profili professionali più ricercati (orefice, incassatore, incisore, gemmologo, pulitore, esperto in stampa 3D, esperto in macchine a controllo numerico, designer, digital media specialist...) e organizzato la prima giornata di orientamento durante Vicenzaoro. A breve attiveremo anche una piattaforma per favorire il matching tra domanda e offerta. Ma la parte più rilevante, per i risultati che ci attendiamo, è quella riguardante la comunicazione. Il settore che rappresento per molti anni ha preferito concentrarsi sul saper fare trascurando il saper comunicare e, spesso, purtroppo, è stato additato come un comparto “blindato” e poco trasparente”.

Daniele Grassucci, fondatore e direttore di Skuola.net


Per questo motivo, Confindustria Federorafi sta per lanciare la sua prima campagna istituzionale di “influencer marketing” con il MAECI e l’Agenzia ICE, al fine di comunicare le valenze del saper fare e dell’heritage tradizionale e tecnologico del prezioso e fare promozione al gioiello Made in Italy e all’attrattività delle nostre imprese tra i giovani di altri Paesi. Contemporaneamente, in collaborazione con Vicenzaoro, abbiamo avviato la partnership con Skuola.net per dialogare con gli studenti con il loro stesso linguaggio”, ha proseguito Piaserico.

Secondo Daniele Grassucci, fondatore e direttore di Skuola.net, portale e testata giornalistica da cui si può accedere a un marketplace per cercare corsi, professori per le ripetizioni, appunti, riassunti e notizie, con più di 6.000.000 di utenti unici mese e oltre 2,5 milioni di follower sui principali social: “Nel Paese del Made in Italy molte famiglie da tempo hanno smesso di scommettere sui mestieri tecnico-pratici, portando ad una scarsità di capitale umano che invece è il valore aggiunto e non imitabile dei nostri settori di eccellenza come quello orafo-gioielliero. Una situazione aggravata dall’orientamento “a tranci grossi” che viene svolto in molte scuole medie, che indicano gli istituti tecnici e professionali agli studenti meno performanti dal punto di vista accademico”, afferma.

 
“Fortunatamente ci sono ancora ragazzi e ragazze - quasi 1 studente su 3 delle scuole secondarie - che sarebbero interessati a seguire queste strade e, più in generale, a lavorare nel settore del gioiello Made in Italy”, ha continuato Grassucci. “Ed è per questo che è fondamentale per tutta filiera raccontarsi agli studenti e alle loro famiglie nei luoghi che loro frequentano quotidianamente”.
 
“Il nostro impegno per lo sviluppo e l’internazionalizzazione del settore, e in particolare delle eccellenze del Made in Italy, non si esprime solo attraverso le opportunità di business generate dai nostri saloni (oltre alle due edizioni annuali di Vicenzaoro a gennaio e settembre, gli eventi come Oroarezzo e il Summit del Gioiello Italiano, JGT a Dubai e la recente acquisizione SIJE a Singapore), ma anche promuovendo la cultura di settore e attivandoci come piattaforma di informazione, formazione e networking”, ha aggiunto Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group, operatore fieristico che è partner strategico di Confindustria Federorafi e Skuola.net per questo progetto strutturato e di ampio respiro. “Dai laboratori al Museo del Gioiello di Vicenza alle attività per famiglie nell’ambito del ViOff (il fuori fiera di Vicenzaoro), fino ai progetti di comunicazione che coinvolgono gli studenti delle scuole superiori e i master di design post diploma, siamo in prima linea”.

Marco Carniello, Global Exhibition Director Jewellery & Fashion di IEG


Non è mancato l’intervento tramite una nota del Ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso. “Il vostro settore affascina per numerosi motivi e ogni evento promozionale e fieristico è indispensabile per sostenere il settore nella sua costante espansione” ha scritto il ministro, ricordando il fermento dell’ultima edizione di Vicenzaoro dello scorso gennaio che ha inaugurato in presenza, con il suo +11,5% di presenze sul 2020 pre-Covid.

Urso ha ricordato come lo scorso 2 febbraio il Consiglio dei Ministri abbia proceduto all’approvazione dell’adesione dell’Italia alla Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, introducendo il primo marchio di garanzia internazionale – il Common Control Mark (CCM) – che indica il metallo prezioso e la sua finezza, facilitando la circolazione del prodotto sul territorio degli stati contraenti, senza ulteriori prove di controllo e marcature.
 
Ricordando poi la pubblicazione avvenuta pochi giorni fa di uno studio di Unioncamere che dimostra la perdita di quasi 15 miliardi di euro all’anno di PIL a causa della mancanza di manodopera qualificata nelle aziende, il ministro ha indicato la riflessione in atto nel governo sul tracciare percorsi di formazione in linea con le richieste del mercato, nonché sulla previsione di un liceo dedicato al Made in Italy, concludendo che esperienze simili a quella dell’Accademia delle Arti Orafe di Vicenza possono essere delle best practices da emulare per mantenere la tradizione dello spirito artigiano del Made in Italy.
 

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