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Pubblicato il
7 lug 2022
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Il comparto del cappello resiste alla quinta ondata di pandemia

Pubblicato il
7 lug 2022

Secondo le analisi della Federazione Italiana Industriali dei TessiliVari e del Cappello su dati ISTAT, nel primo trimestre 2022 il comparto italiano del cappello ha resistito alla quinta ondata pandemica e allo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina (mercati che rappresentano meno del 3% dello esportazioni del settore).

Il comparto del cappello resiste alla quinta ondata di pandemia - tessilivari.it


Il segmento dei berretti ha registrato un export pari a 84,3 milioni di euro, in salita del 42% sul 2021, del 105,5% rispetto al 2020 e del 103,4% sul 2019. Positive anche le performance dei cappelli di paglia, particolarmente colpiti durante la pandemia dal calo dei flussi turistici, che hanno registrato esportazioni pari a 7,5 milioni di euro, vale a dire +27,6% sul 2021, +5,1% rispetto al 2020, ma ancora a -15,5% sul 2019.
 
Come ormai da molte stagioni, il principale mercato di sbocco per il comparto si conferma la Svizzera, dove sono presenti le piattaforme logistiche e distributive delle principali multinazionali del lusso; il mercato svizzero è cresciuto del +9,5% sul 2021, a 16,4 milioni di euro, in forte recupero sia sul primo trimestre 2020 (+173%), che sullo stesso periodo del 2019 (+84,7%).

Stabili sul podio, come nelle precedenti stagioni pre-Covid, i mercati tradizionali europei come la Francia, che sorpassa la Germania e passa al secondo posto (11,2 milioni di euro, +51,4% rispetto al 2021, +102,2% rispetto al 2020 e +125,8% sul 2019), mentre il mercato tedesco passa in terza posizione con 9,7 milioni di euro (+42,9% sul 2021, +116,2% sul 2020 e +106,2% sul 2019). Bene la Spagna, che sale di una posizione (3,6 milioni di euro, +70,9% rispetto al 2021, +61,6% sul 2020 e + 42,3% sul 2019).
 
In forte recupero gli Stati Uniti (7,7 milioni di euro, +61,3% sul 2021, +167,9% sul 2020 e +216,4% sul 2019), mentre il Regno Unito torna in positivo per la prima volta dopo la Brexit con 3,9 milioni di euro (+32,6% sul 2021), sebbene ancora a -13,3% rispetto al 2020 e a -15,9% sul 2019. Per quanto riguarda l’Asia, la Corea del Sud fa un balzo di due posizioni, realizzando un fatturato di 2,9 milioni di euro (+115,9% sul 2021, +230,8% sul 2020 e +650,8% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019) e superando così il Giappone (2,8 milioni di euro, +71% rispetto al primo trimestre 2021, +229,7% sul 2020 e +212,9% sul 2019).

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