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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 mag 2016
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Il CFDA esplora la NYFW: Men's: “I tempi sono favorevoli al cambiamento”

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
2 mag 2016

L'industria della moda ha trascorso gran parte del 2016 focalizzandosi sulle settimane della moda, in particolare su come coinvolgere di più e meglio il grande pubblico e su come ottenere un migliore ritorno degli investimenti. Alcuni stilisti e brand hanno optato per mostrare e far sfilare le collezioni quando arrivano nei negozi, mentre altri mostreranno gli outfit che saranno immediatamente disponibili.

PixelFormula


Il Council of Fashion Designers of America (CFDA) ha collaborato con il Boston Consulting Group per vedere quali cambiamenti possono essere effettuati nelle fashion weeks, ed è giunto alla conclusione che “i tempi sono favorevoli per cambiare”.

Per capire meglio le sfilate delle settimane della moda, il CFDA ha pubblicato i risultati dell'indagine “NYFW: Men’s Influencer Report” creata da Launchmetrics (ufficialmente Fashion GPS). Il rapporto illustra gli schemi tipici e le similitudini che si possono trovare all'interno del mutevole panorama delle fashion week.

Secondo l'”Influencer Report”, il 60% dei partecipanti alle sfilate sono giornalisti della carta stampata e giornalisti Web, seguiti da dettaglianti (il 14%), stilisti (il 6%) e blogger e fotografi con il 5% ciascuno. Degli ospiti statunitensi, il 76% vive a New York City, mentre il 56% degli ospiti non degli States proviene dall'Europa occidentale, seguiti dai giapponesi con il 18%.

Nel mondo dei social media, l'hashtag #NYFW ha generato la maggior parte del traffico dati, con oltre 20.000 messaggi, circa 55.000 commenti e quasi 2,8 milioni di like.

Il CFDA e Launchmetrics hanno scoperto che i media online continueranno a crescere d'importanza, ma che la stampa tradizionale continuerà ad essere considerata come un'autorità dal grande pubblico. Instagram è al primo posto come canale principale per la distribuzione di immagini e i marchi hanno la possibilità di dare impulso e amplificare la propria immagine incrementando l'indice di redditività del capitale investito (il ROI-ritorno sugli investimenti) attraverso questo canale. In aggiunta, il prossimo passo per il marketing sarà di essere capace di fornire precise funzionalità di targeting.

Una sfilata di Public School - © PixelFormula


Sette anni fa, Eric Wilson ha scritto per il “New York Times” di come i blogger hanno iniziato a sedersi in prima fila alle sfilate e di come “abbiano democratizzato la moda stessa”. Facendo un avanti veloce fino al 2016 vediamo che gli stessi giornalisti e redattori che si sono sentiti in un certo senso usurpati e messi in ombra dai blogger si sono adeguati alle nuove regole del gioco. Quello che è molto interessante è il fatto che i blogger rappresentano solo il 5% dei partecipanti alle sfilate, mentre i giornalisti rimangono ancora i più presenti.

Le vecchie tradizioni sembrano essere mantenute; infatti, lo studio del Boston Consulting Group ha riscontrato che la maggioranza delle persone non è favorevole all'apertura delle sfilate al grande pubblico e ritiene che non tutti i vestiti debbano essere immediatamente disponibili dopo lo show. Ancora, il CFDA ha affermato che “incoraggerà gli stilisti a provare dei nuovi concept”, aggiungendo a quest'idea che il cambiamento è una cosa buona.

Obi Anyanwu (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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