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26 nov 2019
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Il boom di resi sulle vendite online è sempre più insostenibile

Di
APCOM
Pubblicato il
26 nov 2019

Sempre più insostenibile l'esplosione dei resi nelle vendite online. Quella che è stata e resta una leva cruciale per sostenere l'e-commerce sta raggiungendo proporzioni sempre più allarmanti. Secondo un report curato da Appriss Retail, lo scorso anno negli Stati Uniti il valore dei resi ha raggiunto 369 miliardi di dollari, pari al 10% delle vendite. E in assenza di correttivi questa dinamica si accentuerà, riporta un comunicato, raggiungendo quota 550 miliardi di dollari il prossimo anno, solo negli USA, secondo GreenBiz segnando un +75% rispetto al 2016.

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E secondo uno studio pubblicato sul Journal of Marketing, la formula "ordinare, provare, rendere" è un circolo vizioso che sta intrappolando l'economia. Ma anche soffocando il Pianeta. Perché se la possibilità di poter restituire un vestito o un oggetto comprato online è uno dei principali elementi che influenzano l'acquisto - tanto che le aziende che offrono resi gratis aumentano le proprie vendite fino al 457% - l'esplosione di resi costringe alcuni marchi a limitarne le richieste per evitare danni e perdite.

E poi ci sono gli effetti collaterali. Secondo il New York Times, il trasporto si piazza al primo posto tra le principali fonti di gas serra nell'atmosfera, un primato recentemente raggiunto dopo aver superato le centrali di energia. A questo si aggiunge la produzione record di imballaggi che genera grandi quantità di rifiuti che stanno mettendo in ginocchio le città.

"Il fashion renting può rivelarsi particolarmente utile per ridurre il numero dei resi, contribuendo alla salute dell'ambiente”, spiega Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan. “Con il noleggio, infatti, è possibile ottimizzare il consumo rendendolo sostenibile, indossando abiti sempre nuovi senza alimentare gli sprechi tipici del fast fashion. Inoltre, il fashion renting è candidato a diventare un prezioso alleato di brand e stilisti poiché noleggiare i fondi di magazzino potrebbe rivelarsi la soluzione per diminuire il volume dei rifiuti tessili, un grave problema per l'ambiente dal momento che solo l'1% viene veramente riciclato".

Tra gli effetti collaterali dei resi non va, inoltre, dimenticato il packaging, con l'enorme quantità di scatole di cartone e involucri di plastica che vengono generati nel processo di restituzione. Secondo quanto calcolato dalla rivista statunitense Fast Company, ogni anno negli Stati Uniti vengono spediti 165 miliardi di pacchi, un numero consistente che si traduce nell'abbattimento di 1 miliardo di alberi.

L'aumento degli imballaggi sta diventando un problema anche per le città, costrette a far fronte a quantità sempre maggiori di rifiuti, una situazione che ha già costretto l'amministrazione di San Francisco ad aumentare la tassa dei rifiuti. Inoltre, come segnala il rapporto di Forter Fraud Attack Index le frodi legate ai resi costano ai retailer più di 15,3 miliardi di euro l'anno. Una questione che riguarda soprattutto i rivenditori che offrono resi in negozio: grazie alle facili opzioni di ritiro, i truffatori prendono le informazioni personali degli acquirenti, ordinano i prodotti e se ne appropriano.

Fonte: APCOM