Il Vietnam aumenta del 18,9% le esportazioni di tessile-abbigliamento
Colpito da una forte ondata epidemica nel 2021, il Vietnam mostra oggi la resilienza della sua industria locale del tessile-abbigliamento. Nel periodo gennaio-novembre 2022, la nazione della regione indocinese ha infatti mostrato una crescita dell'export del 18,9%, a 34,65 miliardi di dollari, notevolmente aiutata dall'allontanamento degli ordini da una produzione cinese resa incerta dalla politica zero-Covid adottata all’interno dell’ex Celeste Impero.
Le esportazioni del Vietnam sono aumentate del 7% tra ottobre e novembre, dopo i cali constatati in settembre e ottobre.
Nei primi undici mesi dell'anno sono stati esportati verso gli Stati Uniti tessuti e abbigliamento per un valore di 16,1 miliardi di dollari. Gli States sono il principale cliente del Vietnam, generando il 43,18% degli ordini. Seguono il Giappone (3,7 miliardi di dollari) e la Corea del Sud (3,1 miliardi di dollari).
Nel dettaglio, emerge che le esportazioni tessili vietnamite abbiano registrato nel periodo un calo degli ordini di filati del 13,6%, a 4,4 miliardi di dollari. A livello di volumi, il calo è ancora maggiore, al 18,6%, con 14,4 milioni di tonnellate di filati. In valore, la Cina ha captato ancora una volta il 46,4% delle esportazioni da filatori locali, per 2,03 miliardi di dollari.
Le fluttuazioni delle esportazioni sperimentate nel corso del 2022 dall'industria vietnamita si orientano malgrado tutto verso un’annata in crescita. L'associazione vietnamita del tessile-abbigliamento, Vitas, stima che il traguardo dei 43 miliardi di dollari dovrebbe essere superato.
Il Paese aveva già registrato nel 2021 un aumento del 9,9% delle esportazioni di tessile-abbigliamento, a 34,75 miliardi di dollari. In questo esercizio finanziario, le esportazioni di filati sono aumentate del 50,1%.
Il recente rapporto dell'Organizzazione Mondiale del Commercio sul commercio globale di abbigliamento classifica il Vietnam come il quarto maggiore esportatore mondiale nel 2021. Il Paese asiatico si colloca quindi dietro a Cina, Unione Europea e Bangladesh, ma davanti a Turchia, India, Malesia e Indonesia.
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