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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 mar 2019
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Il Prix LVMH annuncia gli otto finalisti

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 mar 2019

Quattro label unisex, due femminili, due maschili, sei nazionalità rappresentate, con la selezione, per la prima volta a questo livello della competizione, di un designer israeliano e due africani (un sudafricano e un nigeriano)… La finale del Prix LVMH si preannuncia come molto diversificata, con una selezione di otto marchi con sede a Londra (due), New York, Parigi, Tokyo, Tel Aviv, Lagos e Johannesburg. Dopo le prime due fasi di selezione, la più recente di esse si è svolta il 1° e il 2 marzo, e ha consentito di scegliere fra i 20 semifinalisti.

I finalisti del concorso - LVMH Prize


“La diversità e la ricchezza delle proposte di questa sesta edizione del Prix LVMH attestano la qualità di questa selezione, che ha reso difficile la scelta dei nostri 63 esperti durante la semifinale”, commenta in un comunicato Delphine Arnault, che cura il concorso. “Un'edizione che conferma l'emergere tra i candidati della sensibilità a questioni e problematiche ecologiche e sostenibili, e che sottolinea l'importanza della moda unisex tra quattro di loro, il cui guardaroba può essere adottato tanto dagli uomini quanto dalle donne”, sottolinea ancora la figlia di Bernard Arnault.
 
Lo stilista giapponese Kunihiko Moriniga, che ha fondato il suo marchio femminile Anrealage nel 2003, è certamente il più conosciuto tra i finalisti. Nel 2015 è anche stato finalista del premio dell’ANDAM. Rinomato per il suo spirito innovativo che mette al primo posto la tecnologia, sfila a Parigi dal settembre 2014.

Altri tre finalisti presentano le loro collezioni a Parigi. Il designer israeliano Hed Mayner, che sfila nella capitale della Francia dal giugno 2017. Dopo studi alla Scuola di Belle Arti Bezalel a Gerusalemme, ha proseguito la sua formazione all’Institut Français de la Mode prima di lanciare il suo marchio unisex nel 2015, in cui mescola influenze e culture in ampi volumi.
 
Il californiano nato a San Francisco Spencer Phipps, formatosi alla scuola di moda newyorchese Parsons, ha lanciato il proprio marchio unisex Phipps a Parigi nel gennaio 2018 con un approccio sostenibile. L’ex stilista del menswear di Dries Van Noten, qui a aussi travaillé pour Marc Jacobs, ambisce a creare dei bei vestiti rispettando l’ambiente.
 
Il nigeriano Kenneth Izedonmwen presenta le sue collezioni fra Parigi e Lagos. La sua linea unisex Kenneth Ize rivisita capi sartoriali attraverso un vibrante cromatismo che mescola design contemporaneo e artigianato nigeriano.
 
Secondo marchio statunitense che figura fra gli otto finalisti, Bode è una linea di menswear lanciata nel 2016 dalla stilista newyorchese Emily Adams Bode, che utilizza tessuti antichi per creare dei vestiti patchwork unici, facendo sprigionare in modo sottile il sapore nostalgico del passato.
 
Anche dei talenti britannici sono presenti nella selezione del premio. A cominciare da Bethany Williams, creatrice di moda londinese conosciuta per il suo impegno nel sociale e per la sostenibilità. Laureatasi al London College of Fashion nel 2016, lancia subito dopo la sua linea unisex sostenendo una moda etica al 100%. Dai senzatetto agli ex tossicodipendenti, la Williams collabora con tutti i tipi di comunità, che sostiene attraverso il suo lavoro.
 
Stefan Cooke è l’altro marchio inglese presente. È stato lanciato nel 2017 dal designer omonimo e dal suo partner Jake Burt dopo il loro diploma alla Central Saint Martins ed è stato il vincitore dell’edizione 2018 del concorso H&M Design Award. Il duo reinterpreta il guardaroba maschile con inventiva e tecniche tessili innovative.
 
Per finire, il sudafricano Thebe Magugu ha lanciato nel 2017 il marchio di prêt-à-porter femminile che porta il suo nome a Johannesburg, valorizzando artigianato locale e tessuti africani. Quest’anno il giovane stilista ha vinto l’International Fashion Showcase (IFS) organizzato dal British Council, dal British Fashion Council, dal London College of Fashion, dalla London University of Arts e dalla Somerset House, il quale presentava una selezione di giovani designer internazionali.
 
Questi giovani talenti incontreranno la giuria per un’ultima volta in giugno alla Fondazione Louis Vuitton a Parigi,che designerà lo stesso giorno il successore del marchio giapponese Doublet, curato da Masayuki, vincitore del Prix LVMH dello scorso anno a fianco del coreano Rok Hwang con la sua etichetta di moda femminile Rokh, che aveva ottenuto un premio speciale. Da segnalare l’arrivo quest’anno di Kris van Assche come membro della giuria.
 
Il vincitore otterrà la somma di 300.000 euro e beneficerà di un mentoring personalizzato all'interno del gruppo del lusso della durata di un anno. Nel frattempo, tre giovani diplomati delle scuole di moda riceveranno 10.000 euro e potranno entrare nello studio di uno dei marchi di LVMH. Il premio è sempre aperto alle candidature fino al 15 maggio.

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