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15 gen 2016
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Il Gruppo L’Oréal certificato in 30 Paesi per parità di genere

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Ansa
Pubblicato il
15 gen 2016

Più che la nuance di un rossetto o il profumo di uno shampoo, sarà la loro ‘sostenibilità’ la caratteristica che riterremo sempre più importante nell’acquisto dei cosmetici. Sostenibilità non solo intesa come rispetto per l’ambiente (che i prodotti per la nostra bellezza inquinino l’ambiente è sempre più aspramente criticato), ma anche come rispetto per le diversità di genere, per i diritti, le disabilità, le differenze sociali ed etniche dei lavoratori che quei cosmetici li fabbricano.

Foto: Ansa


Lo prevedono gli analisti di mercato che vedono i nuovi consumatori sempre più consapevoli alla filiera produttiva dei prodotti di bellezza e i primi risultati si vedono già nei comportamenti delle imprese più attente ai cambiamenti. Aumenta infatti il numero delle multinazionali, ma anche delle società medio-piccole che operano sul territorio e delle cooperative equo-solidali del settore, che si stanno attrezzando sul fronte della sostenibilità nel senso più ampio del termine.

Il colosso L’Oreal ha presentato recentemente il primo ‘Worldwide Diversity Report’, corposa indagine che fa luce sui progressi degli ultimi 15 anni del gruppo sui temi dell’uguaglianza di genere, della disabilità e delle diverse estrazioni sociali ed etniche del proprio personale.

Presentata a Clichy, in Francia, l’indagine rivela che la multinazionale è stata certificata del Gender Equality European Standard (GEES) e dal Global Business Certification Standard for Gender Equality (EDGE) in 30 Paesi per i progressi fatti sull’eguaglianza di genere e che nel 2015 ha ottenuto l’etichetta ‘Gender Equality’ dell’EDGE anche in Russia, Australia, India, Filippine, Brasile e Canada.


Nel gruppo si fanno largo soprattutto le donne, sia a livello dirigenziale che nell’intera filiera. Quelle che ricoprono ruoli al ‘top’ sono passate dal 21 al 33% (dal 2000 al 2015) come ‘executive committee’, dal 39 al 48% nelle posizioni ‘management’ e dal 43 al 55% come manager dei brand internazionali di proprietà del gruppo. Complessivamente il 77% degli impiegati è donna oggi, lo era il 67% quindici anni fa.

L’institut National d’Etudes Démographiques francese ha condotto un’analisi annuale che dimostra come il gap di genere (un dato che compara la media alle altre company francesi) si stia assottigliando e sia passato dal 5,9% dell’anno 2007 all’attuale 3,96% per le sedi francesi. Nel 2015 la società ha siglato un accordo con l’International labour organization (ILO) global business and disability network che garantisce l’inclusione di persone con disabilità nelle società del gruppo a livello mondiale. In Cina la multinazionale coopera con la Shangai Disabled People Federation per l’assunzione di persone con disabilità. Ad Hong Kong, in partnership con la Hong Chi Association, ha organizzato anche dei programmi di training per acconciatori dedicati agli studenti con disabilità intellettive. In Ghana, insieme alla Ghana Federation of Disabled, ha lanciato un programma di formazione in finanza e business per 20 donne con disabilità fisica per l’avvio di nuove start-up.

A Vichy, in Francia, la multinazionale ha un accordo con l’ Association for the Development of socio-professional insertion of people with disabilities (ADIS) e l’80% degli impiegati di una società che fornisce il packaging dei prodotti di bellezza è composto da persone con disabilità (2 assunti full time, 17 part time e 2 giardinieri).

Sono, infine, 50 le imprese associate del gruppo cha hanno siglato partnership con università e scuole per reclutare talenti di diversa etnia e differenze sociali. La multinazionale crede nella diversità come vero seme della creatività e quindi di business. Ha infatti dichiarato Jean Paul Agon, presidente e CEO di L’Oreal alla presentazione del report: - “Una forza lavoro diversificata in tutte le funzioni e livelli rafforza la nostra creatività e la comprensione dei consumatori di tutto il mondo, permettendo di creare, sviluppare e vendere prodotti di bellezza in linea con le loro aspettative”.

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