20 set 2019
I progetti di Giano: nuove licenze, marchio di proprietà o acquisizione?
20 set 2019
Giano, lo storico calzaturificio marchigiano di Torre San Patrizio, in provincia di Fermo, sta facendo un bilancio di quanto portato avanti dall’azienda negli ultimi 10 anni, in modo da definire le linee guida e i progetti per il futuro.
“In 10 anni abbiamo avuto una crescita enorme, arrivando a produrre da 10.000 a 200.000 paia di scarpe all’anno. Siamo in continua evoluzione, abbiamo inserito nuove figure nelle operation e nella parte commerciale e marketing, per una relazione sempre più stretta con il cliente”, ci ha spiegato a Micam Enrico Paniccià, AD dell’azienda e nipote del fondatore Umberto Intorbida. “Riteniamo che oggi la differenza la facciano due fattori: da un lato, un prodotto che si distingue dagli altri, e noi siamo molto forti nello sviluppo prodotto, con un team giovane e appassionato, nella produzione e nella distribuzione; e dall’altro un servizio al cliente unico e professionale, il cliente deve sentirsi coccolato”.
Oggi Giano conta una trentina di dipendenti e collabora con diversi partner produttivi dislocati sul territorio: “Abbiamo un rapporto molto stretto con i laboratori che producono per noi, facciamo formazione e condividiamo la rete informatica; possiamo dire che siamo come una grande famiglia. Internamente realizziamo il 10% della produzione, focalizzandoci sulle lavorazioni ad alto lavoro aggiunto, che affidiamo ai nostri maestri artigiani”, prosegue Paniccià.
Come accennato, la società sta valutando le sue mosse future; tre le opzioni al vaglio: nuove licenze, la creazione di un brand di proprietà oppure l’acquisizione di un marchio già esistente. “Dal punto di vista distributivo, più che al classico retail stiamo lavorando con degli esperti a un progetto innovativo, che abbia una forte componente digitale e che ci consenta di essere davvero vicini al consumatore finale”, anticipa Paniccià.
Per il momento, Giano continua a crescere con le attuali licenze, Harmont & Blaine (“quella che performa di più”, rivela l’imprenditore) e La Martina, e con la joint venture con Woolrich. Il 2018 si è chiuso a 13,5 milioni di euro circa, in crescita del 18%, e il 2019 è previsto a +5%. I mercati di riferimento sono Italia ed Europa; bene anche il Medio Oriente. L’azienda sta inoltre lavorando per entrare con il “marchio del bassotto” in Messico e a Panama.
“Siamo un’azienda con una buona reputazione, rispettata sia dai clienti sia dai fornitori. Oltre al business, siamo molto attenti alla responsabilità sociale di impresa, vogliamo condividere i nostri risultati con il territorio e le persone che ci circondano, cercando di impegnarci su vari fronti nel sociale e dare il nostro contributo”, conclude Paniccià.
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