AFP
Gianluca Bolelli
27 mar 2019
I produttori svizzeri di orologi tentano di proteggersi dalla Brexit e dai gilet gialli
AFP
Gianluca Bolelli
27 mar 2019
I produttori elvetici di orologi, riuniti questa settimana al salone dell’orologeria di Basilea, Baselworld, tengono gli sguardi puntati su Londra e Parigi, due capitali chiave per le vendite di beni di lusso, disturbate dalla Brexit e dai "gilet gialli".
In Gran Bretagna, gli imprenditori svizzeri dell’orologeria stanno cercando di mettersi al riparo dalle conseguenze di eventuali interruzioni delle forniture che potrebbero scaturire dall'uscita dall'Unione Europea. Alcuni marchi cercano “di premunirsi contro dei problemi pratici sulle formalità e i rischi di congestione alle dogane”, rileva Jean-Daniel Pasche, presidente della federazione orologiera svizzera, in un’intervista che ha concesso all’agenzia AFP nel corso del salone dell’orologeria e della gioielleria.
La settimana scorsa, le statistiche mensili della federazione hanno riferito di un eccezionale balzo delle esportazioni di orologi nel Regno Unito, in aumento del 58,3% in febbraio dopo essere già cresciute del 23,6% in gennaio, a causa di stock costituiti prima della Brexit. Per fare un confronto, erano calate del 4,4% l'anno scorso.
“Potrebbe anche essere un'anticipazione sulla reazione dei tassi di cambio", prosegue Jean-Daniel Pasche, sottolineando che un eventuale crollo della sterlina, secondo gli scenari ipotizzati dai mercati finanziari, potrebbe puntualmente aumentare l'acquisto di beni di lusso a Londra. Nel 2016, il deprezzamento della valuta britannica dopo il voto sull'uscita dall'Unione Europea aveva scatenato una frenesia di shopping a Londra da parte dei turisti, soprattutto asiatici, attratti dal favorevole tasso di cambio.
“Nessuno sa davvero cosa succederà. Allora abbiamo preso delle precauzioni”, riassume Rolf Studer, condirettore generale di Oris, marchio di orologi con sede a Hölstein, nel cantone di Basilea Campagna. Il marchio, che ha aperto lo scorso anno una boutique nel raffinato quartiere di Mayfair, di solito non ha praticamente scorte nel Regno Unito e preferisce inviare i modelli ai rivenditori in base ai loro ordini; stavolta però, nel dubbio, ha costituito delle riserve.
“Drastico calo” a Parigi
Anche Hublot, uno dei marchi principali dell’orologeria svizzera, fa parte di coloro che hanno incrementato i propri stock nel caso in cui i prodotti siano bloccati “per alcune settimane, il tempo nel quale il processo verrà posto in essere” nel mercato leader per le esportazioni di orologi svizzeri in Europa.
“È davvero Londra la locomotiva”, sottolinea Ricardo Guadalupe, CEO di Hublot, che è uno dei marchi di segnatempo di proprietà del gruppo francese LVMH, il numero uno mondiale del lusso. La città è particolarmente importante per le vendite ai turisti in questo momento, dato che la boutique parigina del brand di place Vendôme deve rimanere chiusa ogni sabato a causa del movimento dei "gilet gialli".
L’affluenza nei negozi a Parigi “è diminuita drasticamente”, ha riconosciuto il leader di Hublot, spiegando che il report degli acquisti in città come Londra, Milano o importanti mete turistiche in Svizzera ha tuttavia contribuito a compensare i mancati guadagni.
Tra i marchi che sono venuti a presentare le loro novità a Basilea, Bulgari ha visto saccheggiata la sua boutique sugli Champs-Élysées nelle incursioni dei manifestanti di metà marzo, segnate dal fuoco del ristorante Fouquet e dal danneggiamento di numerosi negozi di lusso. “Per i nostri team, è estremamente stressante, è un'insicurezza permanente”, ha sottolineato il CEO del marchio italiano, Jean-Christophe Babin. “Dato che possediamo diversi negozi, la nostra squadra di Parigi tecnicamente non rimarrà certo disoccupata”, ha comunque precisato, visto che il personale è stato riassegnato ad altri negozi.
Babin ha aggiunto che gli acquisti si spostano in parte verso altri punti vendita nella capitale, soprattutto in direzione dei grandi magazzini, e potrebbero anche riversarsi su Roma, la città-ammiraglia del marchio di gioielli italiano.
In Europa, numerosi produttori elvetici di orologeria dipendono dagli acquisti dei turisti (in particolare della clientela asiatica) che contribuiscono, per alcune marche, alla metà delle loro vendite.
Di fronte alle preoccupazioni per un possibile calo del numero di presenze turistiche in Francia a causa dei ripetuti scontri durante le dimostrazioni dei gilet gialli, molti analisti prevedono un forte calo delle esportazioni di orologi di lusso svizzeri verso l’Esagono. Secondo le stime di Jon Cox, analista di Kepler Cheuvreux, esse potrebbero diminuire del 4% quest’anno, contro la crescita del 5% attesa a livello mondiale.
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