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Pubblicato il
5 set 2011
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I produttori di Haiti pronti a conquistare l'Europa

Pubblicato il
5 set 2011

L’industria haitiana del tessile-abbigliamento vuole utilizzare il salone Apparel Sourcing, in corso dal 19 al 22 settembre a Parigi da Messe Frankfurt, per attirare i clienti europei.


Una fabbrica della Codevi fotografata nell'aprile 2007 - Foto: Claude Richard Accidat/AFP

A tale scopo, gli industriali haitiani si sono riuniti in un cluster, l’Haïti Textile Industries (HTI), il cui obiettivo è di facilitare le relazioni con dei possibili partner europei. Guidata dai due pesi massimi Codevi (6.500 impiegati) e Aga Corp (9.000 dipendenti), l’organizzazione ha lo scopo di offrire all'Europa dell'abbigliamento un'alternativa alle produzioni asiatiche o mediterranee.

L’anno scorso, Haiti ha prodotto 513 milioni di capi di vestiario, dei quali 460 milioni costituiti da t-shirt e polo. Per invogliare gli europei a comprarseli personalmente, l’HTI sottolinea in particolare la totale assenza di dogane verso l’Europa. Fatto che permetterà, secondo l'associazione, di "guadagnare circa il 12% del prezzo rispetto ai Paesi asiatici, che non beneficiano di simili accordi con l’U.E.".

Sul versante dei trasporti, i professionisti locali ricordano che la maggioranza dei container arrivano pieni sull'isola, per poi ripartirne vuoti. Una constatazione che porta le aziende di trasporti ad abbassare i prezzi. Si parla quindi di costi pari a circa 4 e 9 centesimi di euro per una maglietta e una polo. Sono stati inoltre ricordati i vantaggi offerti dalla creazione di nuove zone franche, che dovrebbero far raddoppiare il numero di lavoratori impiegati nel settore tessile nell'isola.

L'organizzazione non fa comunque mistero dei suoi attuali limiti. Con un periodo necessario per il trasporto che va dalle 5 alle 6 settimane, la produzione haitiana per l’Europa può riguardare solo dei prodotti basic o a cicli lunghi. Dettaglio molto penalizzante, rafforzato inoltre dall'evidente assenza di un'analoga disponibilità di materiali, visto che la maggior parte delle materie prime dev'essere importata dall'America Latina e soprattutto dall'Asia.

Tra i marchi che già producono sul posto si trovano Gap, Levi’s, Champion, Calvin Klein, Vanity Fair, Docker’s, KMart e WalMart.

Il sito web del salone Apparel Sourcing è: apparelsourcing.messefrankfurt.com

Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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