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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 giu 2023
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I marketplace, destinazioni privilegiate di fronte all'inflazione?

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
6 giu 2023

Il 2022 ha visto ampliarsi il divario tra la crescita degli e-commerce diretti sui siti dei brand e quella dei marketplace, secondo l'Enterprise Marketplace Index prodotto da Mirakl, specialista francese nella creazione di marketplace per conto di brand e imprese. Una tendenza che, dopo la crisi sanitaria, l'inflazione ora starebbe rafforzando.

Shutterstock


Lo studio esamina la recente accelerazione dei marketplace, quando invece i siti di brand e insegne stanno segnando il passo. Questi cosiddetti siti first party, o “di prima parte”, avrebbero quindi registrato una crescita solo del 6% l'anno scorso, mentre i marketplace avrebbero ottenuto un'accelerazione del 38%. Tali portali starebbero quindi capitalizzando sull'accelerazione dell'e-commerce precedentemente causata dalla crisi sanitaria.

Lo studio è stato condotto su 99 marketplace internazionali dal volume di vendite combinato di 4 miliardi di dollari, i quali riuniscono 50.000 venditori e 120 milioni di modelli di prodotto. A questo si aggiungono 9.600 consumatori recentemente intervistati da Mirakl, l'89% dei quali ora è attento al prezzo dei propri acquisti online per quanto riguarda l'inflazione.

Una ricerca di buoni affari che, per Mirakl, avvantaggia soprattutto i marketplace e la loro ampia offerta, che si è rafforzata. Con l'arrivo di nuovi brand e venditori su tali piattaforme, i cataloghi offerti sui marketplace sarebbero così cresciuti del 52% in un anno, portando a 1,8 il numero medio di offerte diverse per lo stesso prodotto.

Il report cita come esempio H&M Home, che vende i propri articoli sulle diverse piattaforme del gruppo H&M, ma anche tramite partnership con i portali di altri brand, come Lee/Wrangler, Abstract House, Houseof.com e Jollein. Un altro esempio è quello di Maison du Monde, la cui attività di marketplace avrebbe compensato il rallentamento delle vendite “first party”. L'attività del marketplace sarebbe raddoppiata per raggiungere i 42,1 milioni di euro di fatturato. Il marchio sportivo americano Lands' End indica che, tramite i marketplace, il 75% delle sue vendite riguarda ora clienti che prima non conoscevano il marchio.

Commissioni del 14,1% in media
 
Lato venditori, c'è sempre la questione delle commissioni richieste dai marketplace, categoria per categoria. Le categorie moda/accessori e gioielleria sono le più commissionate, con range che vanno rispettivamente dal 15% al ​​25% e dal 20% al 25% dell'importo della vendita.
 
I prodotti sportivi non sono molto lontani, con commissioni dal 15% al ​​20%, rispetto al 10% al 15% per profumi e cosmetici. In confronto, i prodotti elettronici hanno commissioni ben inferiori, dal 6% al 10%. La media, considerando tutte le categorie messe insieme, sarebbe stata del 14,1% nel 2022.

Alto Nivel


Durante questo esercizio fiscale, i venditori sui marketplace avrebbero generato una media di 146,016 dollari di volume di vendite. Il che, per i marketplace stessi, porterebbe i ricavi generati tramite commissioni a una media di 20,647 dollari per venditore. Un aumento del 42% in un anno.

“Il 94% dei consumatori di tutto il mondo prevede di utilizzare i marketplace allo stesso modo o addirittura di più in futuro. Fra i rivenditori al dettaglio e i marchi, il 62% prevede di vendere in più marketplace nei prossimi 12 mesi”, ha indicato Mirakl. “Questi dati mostrano che l'ecosistema si sta sviluppando”.
 
Il successo dei marketplace fra i consumatori ha causato un certo effetto trainante a catena. Nel 2022 il numero di venditori che hanno iniziato a vendere sui marketplace sarebbe aumentato del 31%. Inoltre, il 53% dei venditori consultati indica che oggi vende contemporaneamente su più marketplace rispetto a un anno fa. E il 62% intende commercializzarsi su ancora più piattaforme entro i prossimi dodici mesi.

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