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Pubblicato il
1 feb 2010
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I gruppi del lusso in ritardo nell'e-commerce

Pubblicato il
1 feb 2010

PARIGI, 29 gen 2010 – Le vendite mondiali di prodotti di lusso su internet, che dovrebbero superare i 7 miliardi di euro nel 2011, accusano “sempre un ritardo importante”, e molti gruppi manifestano ancora delle reticenze e dei pregiudizi, secondo uno studio dell'agenzia di analisi Precepta pubblicato giovedì 28 gennaio.


Foto: Corbis

Nel 2009, le vendite on line di beni di lusso hanno rappresentato il 3% del giro d'affari totale del lusso mondiale (0,8% nel 2005). Queste dovrebbero arrivare al 3,8% del mercato mondiale del lusso nel 2010 e al 4,7% nel 2011, su un mercato di più di 7 miliardi, indica lo studio.

Per Precepta, la crisi economica e la contrazione delle vendite nei negozi dovrebbero far valutare alle aziende che “internet sia pienamente integrato nelle strategie di crescita dei professionisti del lusso”.
Per spiegare il ritardo delle griffe, Precepta fa notare le reticenze manifestate da molti gruppi riguardanti la paura di sminuire l'immagine del marchio o il timore di prestare più facilmente il fianco alla contraffazione dei propri prodotti.
"Oggi, un marchio su due non propone negozi on line", nota Delphine Ancel, autrice dello studio, secondo la quale i gruppi del lusso si limitano a fornire attraverso internet la loro immagine di marca o ne fanno una semplice vetrina della loro offerta.
La situazione cambia a seconda dei segmenti di mercato. Così più del 60% degli operatori della cosmetica e della moda (abbigliamento, prêt-à-porter, pelletteria, scarpe) propongono la possibilità di acquistare on line. Invece, le aziende di orologeria e gioielleria sono meno sviluppate sul mercato del web. Più di 8 marchi su dieci non hanno un proprio sito di e-commerce.
In Europa, tutto è partito più tardi e si è sviluppato più lentamente che negli Stati Uniti. L'offerta ha tuttavia avuto un'accelerazione in questi ultimi due anni, osserva Precepta, e si prolungherà nei prossimi due, con l'apertura di diverse boutique in proprio sulla rete e coll'arricchimento delle proposte dei cataloghi on line dei negozi attuali.
Precepta osserva inoltre che tra i "click and mortar" (negozi fisici che hanno anche un sito commerciale), i grandi magazzini francesi (Galeries Lafayette, Printemps...) ed europei, "soffrono di un ritardo importante sul web, del quale si avvantaggiano i "pure players"” (la bolognese Yoox, per esempio, oppure Brandalley, ecc).
"Ad oggi, un marchio di lusso su cinque è venduto on line attraverso siti terzi”, sottolinea lo studio, secondo il quale i "pure players", inizialmente limitati al ruolo di “piazza-giacenze”, propongono sempre più la vendita di collezioni attualissime.

Di Gianluca Bolelli

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