I consumatori europei sedotti dal “revenge shopping” e dal ritorno ai capi basic
L’IFM (Institut Français de la Mode) e Première Vision presenteranno il 16 settembre uno studio a livello europeo sulle prospettive del mercato per la fine del 2020. Un documento atteso, di cui FashionNetwork.com ha potuto consultare in esclusiva le prime risultanze, sia sulle intenzioni di acquisto che sulle aspettative legate alla sostenibilità e alle origini dei prodotti.

Realizzato interpellando 5.000 consumatori di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, lo studio mostra che il 52,4% degli uomini e il 44,3% delle donne prevede di mantenere invariata la propria spesa per la moda nella seconda metà dell'anno rispetto al periodo pre-Covid.
Ci sono però anche un 13,7% di acquirenti donne e un 17,1% di clienti uomini che vogliono aumentare queste spese. Fra tali consumatori, è addirittura l’88,9% a voler soddisfare un desiderio di “revenge shopping” dopo la frustrazione accumulata durante il lockdown.
Ma per comprare cosa? I primi dati emersi dallo studio sono intriganti: l’83,7% del panel vuole acquistare capi intramontabili, senza tempo, contro un 47,3% che desidera prodotti di gamma elevata. Due comportamenti che rinviano alle strategie principali - agli antipodi l’una dall’altra - seguite dai brand dopo la crisi del 2008, alcuni concentratisi sui capi “di base”, altri dedicatisi a sviluppare offerte “premium”.
Lo studio completo, che sarà svelato mercoledì alle 15:00 durante un webinar di Première Vision Digital Show, rivela altri criteri.
Emerge infatti che almeno il 64,1% delle persone intervistate desidera consumare prodotti realizzati con materiali eco-responsabili. E ormai il 30,1% di essi afferma di essere disposto a pagare di più per esserne sicuro. Ciò è particolarmente vero nel Regno Unito e in Germania, mentre gli acquirenti francesi e italiani prestano maggiore attenzione al rispetto dell'ambiente nei siti produttivi.
Lo studio mostra inoltre che due terzi dei consumatori europei ora guardano l'etichetta originale dei prodotti, ma soprattutto che un terzo dei consumatori afferma di essere pronto a boicottare alcune produzioni straniere. Un desiderio di preferenza nazionale su cui i clienti italiani precedono i francesi, mentre questo parametro d’acquisto si rivela leggermente meno importante nei mercati tedesco e britannico.
Non sorprende che il prezzo rimanga il principale ostacolo all'acquisto di moda eco-responsabile per quasi due terzi dei giovani clienti. Consumatori dei quali lo studio individua (e il fatto non sorprende) il crescente interesse per la moda di seconda mano, la cui accelerazione negli acquisti e nelle intenzioni d’acquisto sta ora attirando l'attenzione di tutta la filiera.
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