17 mar 2016
Hummel concepisce una maglia da calcio che incorpora un hijab
17 mar 2016
Dopo che per decenni le ragazze e le donne afgane hanno dovuto lottare per ottenere il diritto di giocare a calcio, Hummel ha collaborato con la federazione calcistica dell'Afghanistan per immaginare per la squadra nazionale una nuova maglia che incorpori un hijab (il velo islamico nella sua forma più semplice, che adempie alle norme minime di velatura delle donne musulmane, ndr.). L’obiettivo? Offrire alle calciatrici afgane una tenuta innovativa e con un confort ottimale, in modo che possano competere con le squadre di tutto il mondo su un piano di parità.

Per concepire una maglietta che rispondesse ai reali bisogni delle calciatrici di giocare in condizioni ottimali, il marchio danese di abbigliamento sportivo ha lavorato in collaborazione con l'ex capitana della squadra nazionale di calcio dell'Afghanistan, Khalida Popal.
“Sono stata consultata fin dagli inizi della fase di ideazione di questa maglia”, ha dichiarato la Popal. “Volevo qualcosa che riflettesse la forza del popolo afgano e che nel contempo integrasse il meglio delle nostre tradizioni e della nostra cultura. Credo che questa maglia sia riuscita a combinare le due cose”.
Anche per Hummel, la progettazione di questa maglietta ha finito per superare il semplice ambito calcistico. “Fin dal principio è stato evidente che questa maglia assumeva un significato importante”, spiega Paul Fitzgerald, il designer di Hummel. “Dunque ho chiesto a Khalida di pensare a qualcosa che le ricordasse l’Afghanistan e lei mi ha parlato delle montagne. E' da là che sono partito per ispirarmi. Alla fine, Hummel è estremamente fiero di questa creazione”.
Firmando questa nuova maglia, Hummel partecipa a suo modo alla lotta per i diritti delle donne. In effetti, il coraggio delle calciatrici afgane costituisce un potente simbolo di speranza per tutte le donne del mondo e mostra la loro forza e determinazione nel battersi nonostante i pregiudizi e gli ostacoli.
Anne-Sophie Savenier (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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