High passa nelle mani di tre investitori italiani tramite la società Strava
High apre un nuovo capitolo della sua storia. Lanciato nel 2007 da Interfashion, l'ex filiale del gruppo friulano Stefanel, il marchio di prêt-à-porter femminile premium dallo stile senza tempo, sofisticato e informale al tempo stesso, è stato appena acquistato da alcuni investitori riunitisi all'interno della nuova società Strava. L’operazione dovrebbe consentire all’etichetta di accelerare il proprio sviluppo, in particolare a livello internazionale, dove realizza il 90% del fatturato ed è riuscita a farsi un nome nel corso degli anni.

Storicamente Interfashion, attiva dal 1992, si occupava delle licenze del gruppo Stefanel, di cui gestiva la produzione e la distribuzione. Oltre a Closed, GGigli e I'M Isola Marras, l'azienda ha sostenuto in particolare lo sviluppo di Marithé + François Girbaud. È proprio con la stilista scozzese Claire Campbell, che ha lavorato per diciassette anni per l'iconico marchio francese di jeans, che Interfashion ha lanciato High, abbandonando le attività di licensing per concentrarsi su questo brand.
La stilista ha forgiato l'identità "everyday couture" di High, di cui ha curato lo stile fino al 2019. Il team stilistico interno, che ha lavorato al suo fianco, ha preso in mano le redini della label, coinvolgendo anche consulenti esterni. Il marchio è particolarmente apprezzato per la qualità delle sue creazioni, soprattutto in termini di finiture e dettagli tecnici, con un lavoro importante su volumi e materiali.
Interfashion è stata acquisita al 100% per una cifra, non resa nota, da Strava S.r.l., società costituita a fine 2022 che riunisce tre investitori italiani: l'imprenditore Giuseppe Stefanel, attraverso la sua holding finanziaria Isidora, Giulio Corno, il fondatore e amministratore delegato di Triboo SpA, digital partner di High dal 2012, e Alberto Vacchi, a capo della finanziaria Alva e del gruppo IMA, specializzato nel packaging.
Ricordiamo che, a seguito dei rovesci finanziari della società Stefanel, posta in amministrazione straordinaria e poi messa in vendita nel 2020, Interfashion, legata al gruppo, ha seguito lo stesso percorso. Ma mentre il marchio Stefanel è stato acquistato dal gruppo OVS nel 2021, High ha dovuto aspettare fino ad oggi per trovare un acquirente. Tuttavia, non ha mai smesso di rimanere attivo e generare profitti.
“Durante questo triennio la dirigenza interna è sempre rimasta al suo posto”, spiega il General Manager Alessandro Cavalieri, ex direttore commerciale di Interfashion, promosso alla carica di CEO lo scorso marzo. “Nonostante le difficoltà, l'azienda è riuscita a preservare la propria attività garantendo ogni anno bilanci positivi. Con l'acquisizione da parte di Strava, tutti i posti di lavoro e il management sono stati mantenuti. Abbiamo anche rinnovato il contratto di locazione del nostro showroom con uffici a Milano, uno spazio di 800 mq”, sottolinea.

L'azienda, che ha sede a Rimini, impiega 110 persone. Per il 2023 prevede un fatturato in linea con i 26 milioni di euro realizzati nel 2022, perché intende accelerare sugli investimenti. “L'obiettivo è consolidare la presenza internazionale partendo dal nostro mercato di riferimento, ovvero l'Europa, dove vogliamo ampliare la nostra presenza con operazioni retail mirate nelle principali città. Stiamo per rilanciare il brand anche dal punto di vista della comunicazione, e ci dedicheremo alla realizzazione di progetti speciali per ringiovanire la clientela”, indica Alessandro Cavalieri.
Il marchio è oggi distribuito attraverso circa 500 rivenditori multibrand in tutto il mondo e 20 boutique, 9 delle quali si trovano in Francia (due a Parigi e una a Bordeaux, Cannes, Lione, Lille, Tolosa, Nantes e Strasburgo), 5 in Germania e 3 in Polonia. High è presente anche in Cina, Australia e Stati Uniti, mercati dove vuole rafforzarsi. Due terzi delle vendite passano attraverso il canale wholesale, un terzo attraverso il retail e l’online, con le vendite in Rete che rappresentano il 18% del fatturato.
La produzione è per il 40% Made in Italy, il resto viene confezionato in Cina, India, Portogallo e Marocco. L'offerta si articola in tre linee. High, la prima linea, che si posiziona nel segmento più alto di gamma; High Use, che si concentra su capi ispirati all'ambiente di lavoro realizzati con materiali naturali e utilizzando trattamenti molto ricercati; High Tech, che propone prodotti ispirati al mondo dello sport con tessuti tecnici ad alte prestazioni. A ciò si aggiunge una selezione di modelli genderless. Pantaloni e abiti costituiscono il grosso delle vendite, con prezzi che vanno dai 350 ai 500 euro. Con il suo tocco femminile e romantico, il brand propone un total look che spazia dal prêt-à-porter agli accessori, fino alle borse e alle scarpe.
“Questa acquisizione porta una notevole stabilità al brand, che è quanto finora gli è mancato per svilupparsi ulteriormente. In questo modo avrà nuovo slancio, perché potrà investire e intervenire più efficacemente a livello internazionale. Allo stesso tempo, la continuità [del business] viene così assicurata. High è un brand casual-chic contemporaneo di carattere, che si distingue per il suo design originale di alta qualità e tanta innovazione in termini di tessuti e trattamenti. Ha un grande potenziale”, conclude Alessandro Cavalieri.
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