Hermès: qualità, qualità e qualità
Dichiarazione di moda purista e celebrazione del gusto dello spettacolo alla francese da Hermès questo sabato, in una delle sfilate di moda dalla messinscena più riuscita del calendario internazionale fino ad oggi.
La maison francese ha svelato la sua collezione Primavera-Estate 2021 nel cuore del Tennis Club di Parigi, trasformato con brio in un’ambientazione montana, le cui creste raggiungevano il soffitto del gigantesco edificio brutalista in cemento. La struttura modellata in gesso bianco è stata opera del produttore di sfilate Etienne Russo. Essa era costellata di piedistalli giganti che mostravano foto e immagini dell'artista Claudia Wieser - icone in ceramica, divinità capricciose e foto della collezione stessa.
Per quanto riguarda i vestiti, abbiamo visto esempi davveri eloquenti di moda ultra lussuosa. Anche se le modelle sfilavano a 15 metri dal pubblico, si poteva praticamente sentire l'odore della qualità eccezionale della morbida pelle di agnello o del cashmere polveroso.
Perché se c'è una casa di lusso che è sopravvissuta alla crisi del Covid a pieni voti, quella è proprio Hermès, che solo il mese scorso ha aperto negozi a Madrid, a Osaka e a Dalian, in Cina, e ha investito in una nuova fabbrica in Francia, nell’Auvergne, dando lavoro a 250 persone.
“In questa stagione a Parigi aleggia il desiderio di difendere una certa idea francese di performance dal vivo. Naturalmente, la pandemia significa che dobbiamo e dovremo fare molte più cose in formato digitale. Ma c'è un momento in cui esprimere idee dal vivo diventa vitale. Basta Bluetooth, algoritmi e smartphone”, ha detto la direttrice creativa, Nadège Vanhee-Cybulski, un po’ imbronciata in volto.
Prima della sfilata, Nadège ha inviato alla stampa un album di scrapbooking molto chic, realizzato con carta “Freelife cento” riciclata al 100% e dall’odore molto gradevole, con dentro le sue collaborazioni visive con artisti che ammira. Tra questi, Camille Vivier, il grande pittore astratto dell'Europa centrale Carsten Fock, o il fotografo Sam Rock, e persino il famosissimo dj Frédéric Sanchez, che ha proposto una serie di paesaggi marini onirici. Quest'ultimo ha fornito al défilé anche un accompagnamento sonoro degno di un vero inno, intercalando la colonna sonora del classico di Godard, “Il disprezzo”, con “Fade into you” di Mazzy Star.
La risposta di Nadège Vanhee-Cybulski alla pandemia è stata l’altissima qualità, espressa in linee iper nette, ornamenti limitati e stile senza fronzoli: blazer maschili ideali, giacche da pescatore minimaliste senza maniche, o gonne a vita bassa di pelle così liscia che sembrava acciaio. Raffinati cappotti e spolverini, abiti annodati lateralmente o super giacconi di cashmere double face, che facevano venire voglia di accarezzarli. Il tutto mischiato ad alcuni elegantissimi abiti in cotta di maglia, in pelle, per servizi di moda. Là dove altri designer sono emersi dalla pandemia con un'ossessione per vestiti protettivi, maschere e visiere, Nadège Vanhee-Cybulski ha cercato la sicurezza che procurano le cose familiari: in questo caso, il desiderio di una moda veramente sostenibile, la cui qualità non verrà meno negli anni a venire.
Come per tutte le sfilate parigine, Hermès ha scrupolosamente fatto rispettare il distanziamento sociale. È ormi evidente, sin dalla fine delle vacanze estive: ogni cittadino o visitatore della Francia indossa una maschera quando esce o va a qualsiasi evento pubblico.
Durante ogni sfilata di questa Fashion Week parigina, il gel disinfettante viene reso disponibile gratuitamente, e gli ospiti siedono a più di un metro di distanza l’uno dall’altro. Se cercate l'esatto opposto di un raduno del Partito Repubblicano statunitense, fatevi invitare a uno show della Settimana della Moda di Parigi!
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