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Pubblicato il
8 giu 2015
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Hermès non intende cambiare la sua politica di prezzi

Pubblicato il
8 giu 2015

In occasione dell'assemblea generale di Hermès, svoltasi il 2 giugno al Palazzo dei Congressi di Parigi, gli azionisti si sono affrettati a chiedere chiarimenti sulla politica di prezzi della casa di lusso francese.

 
In effetti, a seconda delle fluttuazioni dei tassi di cambio, i prezzi praticati nelle diverse aree geografiche del mondo possono subire delle importanti variazioni. Con il calo del valore dell'euro, per esempio, il differenziale dei prezzi si è fortemente accentuato in Cina, con gli articoli delle griffe di lusso che costano fino al 60% in più rispetto all'Europa.

In marzo, Chanel è stato il primo brand ad annunciare un'armonizzazione dei prezzi per la sua divisione 'Moda' allo scopo di ridurre questi scarti, seguito poi da altri marchi. Da parte sua, Hermès non ha intenzione di seguire questa strategia.

Il sellaio pratica una politica di prezzi annua, che riduce l'impatto dell'attuale debolezza dell'euro, ha spiegato il direttore di Hermès Axel Dumas, intervenendo nel corso dell'assemblea. La firma stima inoltre che i suoi prezzi debbano riflettere i costi di produzione, in particolare quelli sostenuti in Francia, dove sono prodotte le celebri borse “Birkin” e “Kelly”.

"Questa è la ragione per la quale noi non applichiamo la soluzione che consiste nel diminuire i prezzi da qualche parte, aumentandoli in Francia, poiché ciò comporterebbe l'aumento artificiale dei prezzi per i nostri clienti francesi”, ha sottolineato.

Per far fronte alla flessione dell'euro, la griffe procederà “probabilmente ad alcuni aggiustamenti in Asia, pur mantenendo una coerenza con la decisione di aumentare i nostri prezzi del 4% nel 2015”, ha precisato.

Anche in Giappone, dove l'IVA aumenterà, Hermès prevede un adeguamento.

Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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