23 gen 2012
Hermès–ShangXia: una storia di incontri
23 gen 2012
All'origine di ShangXia ci sono la stilista e imprenditrice Jiang Qiong-er e il gruppo francese Hermès. Il marchio di lusso della nazione asiatica propone una visione contemporanea dell'estetica tradizionale cinese. La sua offerta si estende dai mobili Zitan ai vestiti in feltro, passando per i gioielli in giada. Il marchio, con sede a Shanghai, prevede di aprire al sua prossima boutique a Pechino o a Parigi nel 2012.
Laureatasi all'università Tong Ji di Shanghai in arte e design, Jiang Qiong-er ha studiato design e architettura d'interni all'Ecole des Arts Déco di Parigi. Poi è stata assunta da Hermès in Cina come direttrice artistica. Jiang Qiong-er è intervenuta il mese scorso alla Business of Design Week ad Hong Kong. E' qui che ha risposto alle domande postele dall'Hong Kong Trade Development Council.
Jiang Qiong-er |
HKTDC: Da dove viene il concept di ShangXia?
Jiang Qiong-er: Il nome del marchio proviene dall'espressione idiomatica cinese '承上启下', che significa portare il passato e le sue tradizioni verso il futuro – che è effettivamente la missione del brand ShangXia. Un marchio che poggia le proprie basi anche sull'antico sistema di divinazione cinese Yi Jing (易經), che descrive l'esistenza permanente degli opposti, come il cielo e la terra, la donna e l'uomo, la città e la campagna.
Questa è la filosofia che ci ispira per trovare dell'armonia e dell'equilibrio nelle nostre vite. 上 (shang) vuole dire letteralmente "verso l'alto", e può fare riferimento al passato, mentre 下 (xia) significa "verso il basso" e indica il futuro. Questi due caratteri cinesi hanno dei significati e sensi opposti, ma riflettono l'equilibrio interiore al quale aspiriamo.
HKTDC: Che cosa ha spinto Hermès a lanciare un marchio cinese di lusso?
JQ: Non è Hermès ad aver dato il via al progetto, ma esso è il risultato di un vero e proprio incontro fra il gruppo Hermès e me, forgiato dai miei 13 anni di esperienza come creatrice di mobili e gioielli per vari marchi internazionali. Cerco sempre di portare la tradizione e i talenti cinesi nelle mie creazioni, perché ho sempre voluto far condividere la nostra cultura.
Hermès era sulla stessa lunghezza d'onda. Il valore-chiave di Hermès è quello di diffondersi, farsi conoscere presso altre civiltà e culture – che siano quelle di Cina, India, o di qualsiasi altro Paese dotato di una ricca civilizzazione e di una tradizione artigianale. Non essendo però originario della Cina, ma volendo essere rispettoso della cultura del Paese, Hermès non voleva agire da solo. Quando ci siamo incontrati, abbiamo capito che condividevamo gli stessi sogni e la stessa passione, e tutto è accaduto naturalmente.
HKTDC: Come è stato accolto ShangXia dalla clientela cinese?
JQ: ShangXia è stato accolto bene, e noi ne siamo fieri. Però il marchio non punta unicamente alla clientela cinese, che rappresenta circa dal 60 al 65% dei nostri clienti perché la boutique è in Cina. Il resto della nostra clientela infatti, è molto internazionale.
I nostri clienti apprezzano la qualità globale della nostra offerta: non solamente il prodotto in sé, ma anche lo stile, il servizio e le emozioni ad esso collegate. Con un'età che va dai 28 agli 80 anni, i nostri clienti provengono da tutto il mondo. La nostra offerta poi è piuttosto ricca: mobilio, servizi da tè, oggetti decorativi, abbigliamento, biancheria per la casa e gioielli.
HKTDC: Come definisce lo stile di ShangXia?
JQ: Si tratta di uno stile cinese contemporaneo, dalle linee semplici e pulite. Può sembrare una descrizione troppo sommaria a prima vista, ma se guardate più da vicino, vi accorgete della bellezza delle materie prime, della tradizione artigianale e della passione che stanno dietro alla perizia artigiana. Non utilizziamo dei colori sgargianti, né motivi di grandi dimensioni, né elementi cinesi troppo ostentati. Non ci sono draghi, né ritratti di Mao, né stelle rosse nelle nostre collezioni, ma l'eleganza orientale o cinese è molto presente. Per noi, questo stile è senza tempo. Anche per le collezioni moda, noi non seguiamo le tendenze: vogliamo solo creare dei bei classici.
Le nostre creazioni si ispirano ai periodi chiave della storia della Cina, come i mobili della dinastia Ming, le porcellane della dinastia Sung, e i vestiti della dinastia Han. Questi modelli sono stati abbandonati per centinaia di anni, periodi intrisi di guerre e rivoluzioni culturali, ma adesso abbiamo voluto ritornare a proporli. Quest'operazione ci potrebbe prendere un tempo di 10 o 20 anni. E' la ragione per la quale ShangXia non fa moda; ci ispiriamo a questa estetica cinese classica e intramontabile e la facciamo rivivere in maniera contemporanea.
HKTDC: Come avvengono le collaborazioni con gli artigiani cinesi, come li incoraggiate ad adottare uno stile più contemporaneo?
JQ: Ci sono voluti cinque anni per preparare il lancio di ShangXia. Durante i nostri primi incontri con gli artigiani, non abbiamo parlato di cooperazione, volevamo solamente conoscere e rendere omaggio al loro savoir-faire.
Non si tratta di una semplice partnership come avviene in una catena di fornitura, quando ordinate e vi si comunica un prezzo. Ancora una volta, ci è stato necessario avere un autentico incontro con loro. Lavoriamo con alcuni prestigiosi maestri che non partecipano a quest'avventura per mera cupidigia. Sono qui perché condividiamo gli stessi valori, e loro vogliono trasmettere le capacità che li contraddistinguono alle generazioni future.
HKTDC: In quale modo ShangXia differisce da Hermès e dagli altri marchi di lusso?
JQ: La singolarità veramente eccezionale del marchio consiste nel fatto che noi non ci concentriamo su un ritorno finanziario immediato. ShangXia è basato su una filosofia, una cultura, dei valori e un sogno. E ci concediamo tutto il tempo necessario per sviluppare ShangXia, che ci vogliano 10, 15 o 20 anni. La nostra espansione si basa sull'eredità culturale, sulla qualità, sulla creatività e sulla responsabilità sociale. Se tutto ciò è realizzato bene, presto o tardi i risultati finanziari saranno raggiunti. Non abbiamo dei limiti di tempo, e questa è vera libertà.
(Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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