Helan supera la pandemia con naturalezza e prepara un temporary shop a Milano

Attivo sul mercato italiano e distribuito nei settori di erboristerie, farmacie e negozi di prodotti naturali bio, il marchio di cosmetici naturali Helan ha recentemente aperto un nuovo stabilimento di 7.000 mq., spostandosi a Casella, nell’entroterra ligure, località in cui ha trasferito i reparti produttivi e soprattutto il laboratorio ricerca e sviluppo, in cui lavora il 10% dei suoi 100 collaboratori complessivi. “Rispetto alla maggioranza degli altri player, noi realizziamo ogni fase dell’attività internamente: dalla ricerca e sviluppo alla produzione, fino alla distribuzione dei prodotti”, spiega a FashionNetwork.com Malva Moncalvo, farmacista in Helan e seconda generazione della famiglia fondatrice (il brand è stato creato a Genova nel 1976 da sua madre Elisa Bottini Massa - che insegnava chimica dei prodotti farmaceutici e cosmetici alla facoltà di Farmacia - e da suo padre avvocato, Enzo Moncalvo, ndr).

Helan segue gli standard green odierni ISO 9001, ISO 22716 GMP e ISO 14001. Per esempio utilizza plastiche rispettose dell’ambiente o carte riciclate nei packaging secondari, arrivando fino a produrre un filtro solare rispettoso del corallo. Il suo nuovo progetto è produrre gamme di cosmetici sempre più etici, ottenendo le materie prime da piccole cooperative locali fair trade.

Su questa falsariga s’inserisce la nuova linea “Cuordipetali”, di cui sono protagonisti i roseti della Valle Scrivia, nei quali la famiglia Moncalvo ha scoperto due tipi di rose ancora non classificate botanicamente, che hanno consentito a Helan “di realizzare materie prime da noi brevettate (acque e oleoliti) che hanno portato alla nascita di una linea di eau de parfum, deodoranti, gel doccia e creme corpo”, precisa Malva Moncalvo, a cui questo progetto è particolarmente caro: “Mi ha toccato il cuore che una PMI come la nostra abbia potuto cambiare gli equilibri del territorio a noi legato: abbiamo infatti acquistato 400 chili di petali per quest'anno, e gli agricoltori del posto ci hanno già chiesto nuove collaborazioni, in un territorio in cui i roseti iniziavano ad essere abbandonati”.

Helan ha dunque la naturalità nel suo DNA. “La differenza tra cosmetico naturale e tradizionale ha a che fare con tutto ciò che in un cosmetico naturale non ci deve essere, quindi le fasi grasse devono essere senza sostanze glicogene (petrolati, oli minerali, vaselina o lanolina), la parte schiumogena dei detergenti deve essere senza SLS, per un discorso di irritabilità cutanea, poi sarebbe bene fare una cernita sui conservanti, per evitare parabeni, fenossietanolo, evitando cioè quelle materie prime dal considerevole potere allergizzante, e infine si sviluppa il cosmetico con oli vegetali, spesso provenienti dalla prima spremitura a freddo”, puntualizza Moncalvo.

L’azienda sviluppa 600 prodotti tra skincare, anti-ageing, make up, haircare, tricologia, profumi uomo/donna, profumazioni d’ambiente, solari e linee per bimbi, puericultura e gravidanza.

Distribuito in 4.000 punti vendita, Helan ottiene il 90% del giro d’affari (che sarà di poco meno di 12 milioni di euro a fine 2021) in Italia, ma è distribuito in circa 40 nazioni estere, tra Medio Oriente, Far East ed Europa. Il marchio ligure non ha approcciato il B2C diretto, visto l’importante parco clienti B2B. Tuttavia, per la prima volta ha deciso di aprire un temporary shop, a Milano, per tutto il mese di dicembre, in Via Garibaldi 46, in modo da sviluppare nuove leve di marketing e farsi maggiormente conoscere dal grande pubblico.

Il successo di vendita del gel igienizzante idroalcolico immesso sul mercato in piena pandemia ha consentito a Helan di sopperire all'inevitabile calo delle vendite di altri segmenti di prodotto causa crisi sanitaria, arrivando al pareggio di fatturato col 2020. Realizzato inizialmente per dare un servizio ai bisogni della distribuzione intermedia farmaceutica, il prodotto è stato molto richiesto, “rivelandosi molto utile per noi, tanto che l’abbiamo esportato all’estero con ottimi risultati di vendita”, conclude Malva Moncalvo.

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