3 apr 2013
H&M ha pubblicato il suo rapporto 2012 sullo sviluppo sostenibile
3 apr 2013
Il gigante svedese ha reso noto il suo rapporto 2012 sullo sviluppo sostenibile e le sue "conscious actions". L’occasione per l'azienda scandinava di ricordare che per il secondo anno consecutivo è "la maggiore utilizzatrice di cotone certificato biologico nel mondo". Secondo H&M, il cotone bio e riciclato rappresenta oggi l'11,4% del cotone utilizzato nelle sue collezioni, una percentuale che dovrebbe passare al 100% entro il 2020. "H&M gioca un ruolo di primo piano nel mostrare agli altri marchi del settore che è possibile creare delle collezioni moda ancor più eco-responsabili", dichiara Hela Helmersson, la responsabile dello sviluppo sostenibile di H&M, in un comunicato.
La dimensione ecologica gioca infatti un ruolo importante nella strategia di sviluppo del brand. Soprattutto dal 2011 e dal lancio di Conscious, la collezione eco-responsabile di H&M nata dalla "Better Cotton Initiative", che ha permesso di sensibilizzare 150.000 coltivatori di cotone alla coltivazione sostenibile, secondo la società. Una collezione che dal 25 marzo è diffusa attraverso una importante campagna pubblicitaria con Vanessa Paradis come testimonial.
Oltre all'utilizzo del cotone biologico, H&M promuove la trasparenza pubblicando la Lista dei suoi fornitori, che rappresentano circa il 95% del volume totale della sua produzione. Quest'iniziativa fa seguito ai numerosi incendi che hanno danneggiato diverse fabbriche tessili in Bangladesh. Secondo la 'Clean Clothes Campaign', un'associazione che si occupa della difesa delle forze lavoro del tessile-abbigliamento, dal 2006 più di 700 lavoratori nel settore della confezione sono morti in questo Paese.
Parecchie ONG chiedono ai grandi gruppi d'abbigliamento come H&M, che subappaltano in Bangladesh, di prendersi le loro responsabilità. "Più di 100.000 operai e quadri intermedi nelle fabbriche dei nostri fornitori hanno ricevuto una formazione supplementare sulla prevenzione degli incendi", risponde la multinazionale svedese nel suo rapporto "conscious actions" 2012.
Un rapporto che, infine, mette in primo piano il programma di raccolta dei vestiti lanciato da H&M su scala mondiale. "In pratica, H&M intende ridurre la quantità di vestiti che finiscono nelle discariche, dando a questi abiti una seconda vita, per poi valorizzarli sul lungo termine, producendo nuovi capi e creando un circuito chiuso per il tessile", spiegano dal brand. Un approccio strategico che punta a far dimenticare le critiche di cui H&M è stato vittima, spesso tacciato di fare "fast fashion" anche nella gestione dei rifiuti. Un articolo del “New York Times” di gennaio 2010 denunciava, per esempio, il taglio a pezzi dei vestiti invenduti in un negozio H&M di Manhattan.
Sophie Chaudey (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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