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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 feb 2022
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Gucci rimane molto performante e conferma la sua leadership nel 2021

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
17 feb 2022

Gucci ritrova il sorriso e permette a Kering di concludere l'anno in bellezza. La casa italiana, che da sola rappresenta più della metà del fatturato del gruppo del lusso e tre quarti del suo utile operativo, chiude il 2021 in bellezza con un fatturato in crescita del 31%, a 9,73 miliardi di euro, recuperando il livello pre-pandemia, su un totale di 17,6 miliardi per l'intera società, che possiede tra gli altri anche i brand Yves Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta.

La collezione "Aria" ha contrassegnato la crescita di gamma di Gucci nel 2021 - Gucci


Con l'arrivo alla guida del direttore artistico Alessandro Michele e dell'amministratore delegato Marco Bizzarri, la griffe ha vissuto un salto di qualità spettacolare tra il 2015 e il 2019, prima di segnare il passo negli ultimi anni. Nel terzo trimestre del 2021, in particolare, i suoi risultati avevano deluso, mostrando un incremento di appena il 3,8%, a causa della recrudescenza dei casi Covid in Asia e del ritardato arrivo nei negozi della sua collezione “Aria” per l'Autunno-Inverno 2021/22. Ma una forte accelerazione nel quarto trimestre (+17,8%) gli ha permesso di recuperare.
 
Il canale diretto, che rappresenta oggi il 91% delle vendite del marchio, è stato particolarmente dinamico nonostante le chiusure parziali dei negozi dovute alla pandemia, registrando un balzo del 37% rispetto al 2020. Rispetto al 2019, anno record, l'incremento ha raggiunto il 10,4%, una performance nettamente migliore rispetto alla crescita omogenea di tutte le vendite del marchio in due anni (+3,4%). Nel solo quarto trimestre il balzo è stato del +35% nella rete di negozi in proprio (+25% nel biennio). A questo si aggiunge l'e-commerce, la cui penetrazione sfiora il 16% dell'attività retail: le vendite online letteralmente esplodono (+55,1% rispetto al 2020 e +163% in due anni). Inoltre, l'azienda conta su un graduale ritorno delle proprie attività nel canale del travel retail.

Come ha sottolineato il boss del gruppo François-Henri Pinault durante una conference call con gli analisti, Kering ha rafforzato l'esclusività del proprio canale distributivo nel mondo, a cominciare da Gucci, le cui vendite wholesale rappresentano ora solamente poco più del 9% nel 2021, contro il 15% nel 2019. L'obiettivo a lungo termine è di stabilizzarsi tra il 5 e il 7%. Il canale wholesale ha quindi registrato una flessione del 10% nel 2021 e del -39% rispetto al 2019.
 
La casa di moda di Firenze ha rafforzato notevolmente i propri fondamentali nel 2021 e lo scorso anno ha visto il suo risultato operativo corrente salire del 42%, a 3,715 miliardi di euro, con un margine operativo corrente del 38,2%. “Gucci ha registrato un notevole rimbalzo della redditività, portando contemporaneamente avanti un piano strategico di investimenti, in particolare nelle attività di clienteling e comunicazione, ma anche nel miglioramento della propria rete vendita, attraverso nuove aperture e ricollocazioni”, ha sottolineato il direttore finanziario Jean-Marc Duplaix.
 
Questa accelerazione di fine anno è stata trainata dalla commercializzazione della collezione “Aria” e della capsule “The Hacker Project” prodotta con Balenciaga, oltre che da un intenso calendario di iniziative, concretizzato in eventi e pop-up organizzati nei negozi e in varie capsule collection, come quella dedicata al centenario di Gucci o alla collaborazione con The North Face, che ha permesso di creare una nuova categoria. Un programma che dovrebbe essere altrettanto ricco nel 2022, con nuove collaborazioni.
 
Nel 2021 Gucci ha anche ampliato la propria offerta, salendo ulteriormente di gamma in termini di valori. “Il marchio è vincente nell’alta gioielleria e nei segmenti d’alta gamma del mercato”, esulta François-Henri Pinault, spiegando che “questa nuova offerta è aumentata in modo significativo ed è notevolmente più elevata in termini di prezzo rispetto all'offerta di Gucci dell'anno precedente. Quindi quest'anno svolgerà un ruolo importante”.

Le cifre di Gucci nel 2021 - Kering


Ciò che ha pagato in modo particolare è stato l'assortimento dell'offerta e per questo la collezione “Aria” ha segnato un passaggio fondamentale, attraverso “la crescita di gamma della collezione, accompagnata dall'aumento del prezzo di vendita medio e dall’incremento selettivo di alcuni prezzi in tutti i settori. La strategia era chiaramente quella di aumentare il prezzo medio in tutte le categorie così come la percezione intorno alla collezione”, sottolinea Jean-Marc Duplaix.
 
In questo contesto, il 2021 è un anno cruciale per il marchio del lusso italiano. “È stato allora che abbiamo deciso di ampliare l'offerta e concentrarci sui prodotti di fascia alta di Gucci. Questo si è materializzato nella collezione “Aria” e tale strategia continuerà, come è stato fatto con la successiva collezione “Love Parade””, aggiunge François-Henri Pinault. “Gucci non si riduce solamente alle creatività e alle creazioni stagionali, ma riguarda anche codici, artigianalità, prodotti iconici senza tempo. L'obiettivo è raggiungere nuovi segmenti di clientela e rafforzare il nostro potere in termini di prezzo”, sostiene il PDG.
 
Dal punto di vista geografico, l'Asia-Pacifico resta il primo sbocco per la firma italiana, con una percentuale del 44%. Nel 2021 le vendite di Gucci vi sono cresciute del 29,5%, principalmente grazie alla Cina, ma anche per merito dell'accelerazione di alcuni mercati come la Corea del Sud. Allo stesso tempo, in Giappone, le vendite sono tornate a salire (+19%).
 
Con una percentuale del 27%, il Nord America è il secondo mercato di Gucci. Le sue vendite vi sono esplose del 67% a tassi di cambio costanti, rispetto sia al 2020 che al 2019, grazie all'ampliamento dell'offerta e allo sfruttamento della crescita dei consumatori del lusso in questa regione, in particolare i giovani. Ciò ha spinto Kering a rafforzare la sua presenza in loco. “Abbiamo potenziale anche nelle città meno importanti, dove apriremo nuovi negozi, come ad Austin, dove Gucci inaugurerà un negozio ad aprile”, rivela il vicedirettore generale, Jean-François Palus.
 
Da segnalare, infine, il rimbalzo registrato dall’Europa, che pesa per il 17% sul totale delle vendite. Il fatturato di Gucci vi è cresciuto del 16,9% in un anno, ma è comunque in calo rispetto al 2019, penalizzato dalla debolezza dei flussi turistici. Tuttavia, l'investimento fatto presso i clienti locali attraverso l'incremento dei servizi, tramite appuntamenti personalizzati e offerte in anteprima, ha dato i suoi frutti.
 
Risultati più che soddisfacenti, che spingono il gruppo a scommettere su “una crescita molto solida per Gucci nel 2022”. “È un marchio secolare, che ha tutte le caratteristiche di un giovane adulto. Spesso dimentichiamo che è una casa di moda in costruzione. Sta procedendo molto bene. Abbiamo creato molto valore negli ultimi vent'anni e vi promettiamo che anche i prossimi venti saranno spettacolari”, avverte François-Henri Pinault.

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