Gucci, Balmain e Y/Project cercano di rendere il lusso più ecologico
La pandemia di Covid-19 è stata un acceleratore a tutti i livelli per la moda. Improvvisamente, dei concetti che alcuni stilisti avevano cercato di promuovere per anni ed anni sono diventati ovvi per la maggior parte di appassionati ed addetti ai lavori. Come lo sviluppo sostenibile.

Non passa giorno senza che un marchio comunichi su tale tema o che una giovane etichetta si lanci in questo posizionamento. Le griffe del lusso, per le quali questo concept non ha mai rappresentato una priorità, ad eccezione di alcune, come Stella McCartney, vi si stanno a loro volta dedicando con intensità. Negli ultimi giorni, aziende come Gucci e Balmain e il marchio Y/Project hanno annunciato il lancio di una collezione eco-responsabile.
Il direttore artistico di Y/Project, Glenn Martens, nota per il suo lavoro ricco d’ingegno sulla costruzione degli abiti, lancerà la collezione “Evergreen” con la stagione Primavera-Estate 2021. Essa sarà composta da capi storici del guardaroba Y/Project, scelti per la rappresentatività del loro stile e riprogettati per essere prodotti nel modo più etico e sostenibile possibile.
"La nostra responsabilità nell’impatto ambientale passa attraverso la certificazione delle nostre produzioni, imballaggi, trasporti, delle apparecchiature di comunicazione, dei materiali utilizzati, sino alle ultime finiture. Questa selezione di sedici modelli non sarà mai in sconto e resterà in boutique stagione dopo stagione, venendo comunque arricchita nel tempo da nuovi classici Y/Project”, spiega Glenn Martens in un comunicato.
“Abbiamo il privilegio di lavorare nell’industria del lusso. Abbiamo il lusso di avere del tempo per pensare, un lusso che ci obbliga. Y/Project vuole essere parte del cambiamento e costruire un futuro migliore”, ha detto ancora.
Allo stesso tempo, il direttore artistico di Gucci, Alessandro Michele ha lavorato alla sua prima collezione sostenibile, basandosi su un processo di produzione circolare nel quadro dell'iniziativa “Gucci Circular Lines”. Si tratta in totale di una ventina di capi genderless, tra i quali degli accessori in nylon (zaini, pochette, bob, cappellini, scarpe da ginnastica, giacche a vento, pantaloni e giubbotti).
Chiamata “Off the grid” (fuori dal sistema), la collezione è stata concepita “per coloro che desiderano ridurre il loro impatto sull’ambiente, con prodotti che utilizzano materiali riciclati, biologici, provenienti da piante e fonti di approvvigionamento sostenibili, come il nylon Econyl rigenerato, prodotto a partire da scarti di nylon”, proclama il marchio sul suo sito.
Il debutto di “Gucci Off” viene accompagnato da una campagna che è stata scattata a Los Angeles prima della pandemia dal regista Harmony Korine con protagoniste l’attrice Jane Fonda, il chitarrista giapponese Miyavi, l’avventuriero ecologico David de Rothschild, il rapper Lil Nas X e la cantante King Princess. Una splendida cornice, in cui i prodotti ecologici sono principalmente focalizzati su accessori basic.
Anche il direttore artistico di Balmain, Olivier Rousteing, sale a bordo, mostrandosi fiero di presentare le “prime tappe concrete verso l'obiettivo a lungo termine di creare collezioni veramente sostenibili”. Come parte della sua Cruise Collection per la primavera del 2021, la griffe lancia “PS21”, una capsule per donna composta da una selezione di t-shirt, felpe con cappuccio e felpe in cotone biologico certificato da Ecocert.
Un'altra offerta ecologica di felpe, t-shirt, top e pantaloni da donna, prodotta in Italia e Portogallo, è proposta in borse di cotone organico e plastica riciclata. Ancora una volta, come con Gucci, la gamma eco-responsabile è limitata principalmente ad articoli basici.
La casa di moda francese tiene a sottolineare in un comunicato, i “grandi sforzi attuati per ridurre l'impronta di carbonio durante la fabbricazione e il trasporto di questi articoli - realizzati in siti di produzione europei alimentati da energie rinnovabili e vicini ai nostri centri di distribuzione globali”. Ogni dettaglio è stato preso in considerazione, dai sacchetti di plastica, biodegradabili al 100%, alle etichette in poliestere riciclato.
Questo è solo l'inizio, ma "pensiamo che questi primi passi siano importanti per la maison. La nuova realtà di oggi non solo ci ha costretti ad adattarci a nuovi modi di lavorare, ma anche ad ammettere che dei cambiamenti profondi non possono più essere rinviati a quasi tutti i livelli della nostra vita”, sottolinea Olivier Rousteing. E questi cambiamenti “sono imperativi”, conclude.
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