23 set 2019
Gruppo Albini: collaborazioni sostenibili con Munè, Tiziano Guardini e White
23 set 2019
Proseguono i progetti legati al tema della sostenibilità del gruppo tessile bergamasco, che dopo aver presentato ufficialmente al salone parigino Première Vision il tessuto di cotone completamente tracciabile (dal campo in cui la materia prima viene coltivata fino al punto vendita) ottenuto in collaborazione con Kering, Supima e Oritain, ha deciso di mostrare i risultati di questa partnership nell’hub di White Milano ‘GIVE A FOK-us’, curato da Matteo Ward e dedicato all'innovazione sostenibile e al cambiamento sociale.

La location in cui si è svolto ‘GIVE A FOK-us’ è stata suddivisa in cinque aree macro-tematiche che raccontano il rapporto tra il sistema moda e acqua, prodotti chimici, cambiamento climatico, spreco e persone, in un percorso all’insegna della sostenibilità mirato ad individuare i problemi e le soluzioni possibili. Una location ideale per il progetto del gruppo con sede ad Albino (BG), per il quale il cotone coltivato da Supima, tinto e tessuto da Albini, risulta completamente tracciabile, grazie a una filiera verticalmente integrata e a un metodo scientifico innovativo.
La collaborazione ha un respiro davvero internazionale, visto che vede collaborare uno dei colossi francesi e mondiali del lusso (Kering), uno dei principali gruppi tessili italiani (Albini, appunto), l’associazione americana dei coltivatori di cotone (Supima) e il leader mondiale nella scienza forense (Oritain).
Sempre a White Milano, Albini ha collaborato con il brand Munè, special guest dell’ultima edizione del salone milanese di moda di ricerca, la cui collezione Primavera-Estate 2020, disegnata da Munenori Uemuro, utilizza per le camicie (che restano al centro del progetto del designer giapponese) i tessuti di Thomas Mason, uno dei marchi del gruppo tessile lombardo, sempre presieduto da Stefano Albini.

Munè conferma con questa linea la propria identità giapponese e un deciso stile europeo che mescola maschile e femminile, tra item di workwear, archetipi dell’abbigliamento nipponico, contrasti di peso e tenui accostamenti cromatici. Nell’allestimento in Via Tortona 27, Thomas Mason ha fornito i tessuti per la creazione di oggetti tessili di grandi dimensioni. “Eccentricità, raffinatezza, sostenibilità e qualità sono le caratteristiche che accomunano Munè e Thomas Mason, garanzia della creatività e qualità Made in Italy nel mondo”, ha commentato Stefano Albini in un comunicato.
L’altra label del gruppo Albini Donna ha invece sostenuto l’eco-designer Tiziano Guardini nella realizzazione dei capi della collezione Primavera-Estate 2020, che comprende completi dallo spiccato rigore sartoriale italiano uniti a capi fluttuanti estremamente femminili dai colori vividi, ispirati al mito di Atlantide, indica una nota.Una collezione concreta e totalmente sostenibile, pensata come manifesto di valori fortemente condivisi e dell’impegno nel produrre moda green.

I tessuti che Albini Donna ha creato in esclusiva per Tiziano Guardini sono infatti realizzati con Tencel Lyocell, la fibra di origine vegetale registrata da Lenzing e ricavata dalla cellulosa proveniente dalle foreste di eucalipto del Sudafrica, la cui coltivazione viene gestita in maniera sostenibile con certificazione FSC. Continua così la collaborazione tra Tiziano Guardini e Albini Donna, iniziata lo scorso anno in occasione del film sulla moda sostenibile “Made in Forests”, proiettato alle Nazioni Unite.
Il 2018 è stato il miglior esercizio dell’ultimo triennio per il gruppo Albini che, al 31 dicembre dello scorso anno, ha registrato un EBITDA in salita a 13,7 milioni (dai 9,1 del 2017) e un utile netto di 2,75 milioni di euro. I ricavi 2018 del primo produttore europeo di tessuti per camicia, con 7 stabilimenti e 1.400 dipendenti nel mondo, hanno sfiorato i 153 milioni di euro, in crescita del 2% sull’esercizio precedente.
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