9 apr 2010 - Ipanema ha svelato in pompa magna la sua nuova collezione, creata insieme alla modella Gisele Bündchen. Una linea che rappresenta un punto di riferimento per il gruppo Grendene, primo esportatore di footwear brasiliano.

Ipanema Gisele Bündchen

"Un paio di scarpe brasiliane su tre proviene da noi" secondo Alexandre Turra Gastaldello, direttore del settore esportazioni del gruppo, di passaggio a Parigi. "Ma contrariamente ai nostri concorrenti, la nostra strategia è sempre stata quella di operare con molte marche". Il concorrente sostanziale è Havaïanas, il cui nome è indissolubilmente legato alle tong brasiliane. Eppure, con 500 nuovi modelli e 200 milioni di paia prodotte all'anno, Grendene è ben davanti al suo collega, pesando per il 36% sulle esportazioni del settore.

Oltre a Ipanema, marchio lanciato nel 2001, il gruppo ha costruito il suo successo anche sui brand Grendha, Rider e Melissa. "Laddove i concorrenti sono presenti in città su tre punti vendita, questa strategia ci permette di essere presenti in decine di indirizzi" spiega Michel Roueau, AD di The Lifestyle Company. In Francia, i 1.500 punti vendita sono suddivisi abbastanza equamente fra negozi di calzature, sportivi e multimarca.

Con 800 milioni di dollari di vendite nei suoi 600.000 punti vendita, il marchio non rende noti però i suoi bilanci e risultati scorporati marca per marca. Ma sappiamo che è Ipanema a condurre le danze con gli incrementi maggiori, in particolare grazie all'aura d'immagine portata da Gisèle Bündchen e all'impegno ecologista assunto da lunga data dall'azienda.

"Da più di trent'anni, le questioni ambientali sono al centro della nostra politica di sviluppo" ricorda Alexandre Turra Gastaldello. "Siamo sempre stati in anticipo sulle legislazioni in merito. Ne va della nostra sostenibilità. Quasi 100.000 persone vivono grazie al nostro gruppo". Nel 2010, questo impegno passa attraverso l'associazione Tamar che, sponsorizzata e patrocinata da Grendene e Gisele Bündchen, opera nella salvaguardia dell'ecosistema marino.

Di Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)