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Pubblicato il
29 nov 2011
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Gli USA scovano 9 domini internet che vendevano falsi Puma e Louis Vuitton

Pubblicato il
29 nov 2011

Gli Stati Uniti lunedì 28 novembre hanno annunciato di avere scoperto (e conseguentemente oscurato) gli indirizzi di nove siti internet che offrivano falsi prodotti di Louis Vuitton e Puma, fra i 150 domini a cui sono stati posti i sigilli a poche ore dal 'Cyber Monday'. Il Dipartimento di Giustizia (Department of Justice - DOJ) e la Dogana dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno reso noto di aver chiuso in questi ultimi tre mesi i website cheap-louisvuitton-replica.com ("imitazioni a buon mercato di Louis Vuitton”), louisvuitton-bags-forcheap.com ("borse Louis Vuitton a buon prezzo"), lvsalehandbags.com ("borse e borsette LV in promozione") e louisvuittonun.com.

Louis Vuitton, Puma
Ecco il messaggio ufficiale che appare una volta oscurato il sito web.

Sospesa con effetto immediato la raggiungibilità del dominio (e quindi interrotte contestualmente anche le attività commerciali in atto) di officialpumashop.com ("boutique ufficiale Puma"), pumabig.com ("Puma all'ingrosso"), pumaoutlets.net ("outlet Puma"), pumashoesoutlet.net ("outlet di calzature Puma") e pumasportshs.com.

Il giro di vite ha coinvolto appunto 150 indirizzi internet, la stragrande maggioranza dei quali permetteva di acquistare false magliette di franchigie sportive professionistiche americane (di football americano, pallacanestro e baseball). Un'iniziativa simile era già stata realizzata dalle autorità di controllo statunitensi un anno fa (in quell'occasione furono 82 i domini bloccati), per continuare a mettere pressione ai contraffattori e dimostrare loro che non rimarranno facilmente impuniti.

Capi che provenivano dall'estero, come confermano i prodotti che la Dogana si è fatta inviare per assicurarsi di avere a che fare con dei falsi. "Essenzialmente dalla Cina", ha precisato al termine di una conferenza telefonica il direttore dell'ICE, John Morton.

Il Dipartimento di Giustizia e l'autorità doganale hanno riconosciuto che procedere in questo modo non è sufficiente ad eliminare il fenomeno della contraffazione, perché i siti internet possono riapparire molto facilmente sotto un altro indirizzo e che le relative catene produttive clandestine non vengono così smantellate, ma quantomeno l'operazione costituisce un'azione simbolica forte, indicativa dello sforzo delle autorità USA nella tutela di marchi ed attività lecite.

"Ovviamente si tratta di una notevole e reale difficoltà", ha ammesso il Viceministro della Giustizia, Lanny Breuer. "Lavoriamo di continuo per disturbare il più possibile" il commercio di prodotti contraffatti, in collaborazione con i marchi maggiormente interessati dal fenomeno e con le autorità di altre nazioni, ha ricordato.

Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP

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