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Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
19 ott 2022
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4 minuti
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Glenn Martens: "I giovani designer parlano tutti di sostenibilità”

Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
19 ott 2022

È stato un anno intenso, quello che si sta per concludere, per Glenn Martens. Dal 2014 alla guida di Y/Project, una delle label più seguite della Fashion Week parigina, e del brand di jeans Diesel, che dal 2021 ha riportato con successo in primo piano sulla scena fashion, il talentuoso e creativo designer belga ha creato una collezione haute couture per la maison Jean Paul Gaultier, acclamata sulle passerelle parigine lo scorso gennaio. Last but not least, ha presieduto la giuria della categoria moda al Festival di Hyères, che si è svolto dal 13 al 16 ottobre. L'opportunità di fare il punto con FashionNetwork.com sui suoi numerosi progetti e attività.


Glenn Martens, direttore artistico di Y/Project e Diesel - DR


FashionNetwork.com: Come riesce a conciliare i suoi molteplici ruoli?
 
Glenn Martens: È chiaro che il nuovo ruolo in Diesel è stato un grande cambiamento. Lavoro dal lunedì al mercoledì presso il brand italiano, a Breganze, in Veneto. Arrivo in ufficio alle 8:00 ed esco alle 22:00. Tutto è molto ben organizzato, al millimetro, i miei viaggi, i miei appuntamenti, ecc. Non devo più occuparmi di tutti questi aspetti pratici. Il giovedì e il venerdì torno a Parigi e mi dedico a Y/Project.

FNW: Ma come riesce a destreggiarsi tra questi due ruoli?
 
GM: Sono due universi totalmente diversi, sia in termini di creatività che di pubblico a cui mi rivolgo. Adoro vendere denim e t-shirt da Diesel e ragionare in modo più concettuale per Y/Project. Il segreto è il lavoro di squadra. È la cosa più importante. Tengo separati i due team, quindi non sono influenzato, perché svolgo due diversi tipi di lavoro con l'uno e con l'altro. E poi, prendo molti appunti sul treno!
 
FNW: Come gestisce i suoi due team?
 
GM: Da Diesel, è come un'orchestra, ho più il ruolo di direttore. In Y/Project posso contare su un team di 25 persone che mi conoscono molto bene. Siamo molto connessi. Sono molto fortunato. In effetti, è come una famiglia. Abbiamo sempre funzionato un po’ come un clan. Sono venuti tutti a Hyères e passeremo la serata insieme. Quest'anno ho realizzato nove collezioni. È chiaro che non potevo disegnare tutti i look. I miei collaboratori hanno dovuto assumersi più responsabilità.
 
FNW: Il denim è un denominatore comune tra i due brand?
 
GM: È vero che con Y/Project abbiamo sempre realizzato jeans. È un tessuto molto facile da lavorare per quanto riguarda la costruzione. Puoi dargli una forma, è un tessuto che si presta bene. Ma il mio approccio è diverso per i due marchi.
 
FNW: Vale a dire?
 
GM: In Diesel, mi occupo più del materiale. Plastifico, ricamo, lavoro su trattamenti speciali. Ci sono molti modi per modellare il denim. Passo molto tempo a fare ricerche sui tessuti. Spingo sulla creatività. Porto Diesel in un viaggio. Successivamente, il prodotto viene industrializzato. Hanno grandi team. Quando sono arrivato, Renzo Rosso (presidente e fondatore del gruppo OTB, a cui fa capo Diesel, ndr) mi ha detto che quella era l'università del denim. È vero, hanno un know-how incredibile.
 
"Y/Project aprirà il suo primo corner a novembre "
 
FNW: Comment si sta sviluppando Y/Project?
 
GM: Sta andando molto bene. Abbiamo avuto uno slancio incredibile durante il periodo del Covid e dei confinamenti, durante il quale siamo cresciuti abbastanza intensamente. Mentre la maggior parte dei marchi si è concentrata su prodotti semplici, noi abbiamo continuato a spingere sulla creatività. La gente si è presa il tempo per scoprirci. È un marchio che richiede tempo per essere compreso. Al momento, stiamo sviluppando molto gli accessori.
 
FNW: Aprirete delle boutique?
 
GM: Attualmente siamo distribuiti in 150 negozi multimarca nel mondo. L’Idea è di cominciare con dei corner. Y/Project aprirà il suo primissimo corner a novembre in Corea del Sud, a Seoul.
 
FNW: Cosa l’ha colpita di più dei giovani finalisti del concorso moda al Festival de Hyères?
 
GM: I giovani designer parlano tutti di sostenibilità. È impressionante. Il loro impegno è straordinario. Fa parte della loro lingua. Lo fanno naturalmente. Io non lo facevo a 20 anni. Fanno delle belle cose, ma pensano davvero anche al pianeta e al futuro.
 
FNW: Lei ha adottato un approccio sostenibile?
 
GM: La prima cosa arrivando in Diesel è stata di rivedere la catena di approvvigionamento. Oggi il 40% della collezione composta da capi in denim è stata ripensata per ridurre al minimo il suo impatto sul pianeta con fibre organiche e riciclate, ma anche in termini di riduzione dell'uso di acqua e sostanze chimiche. Con Y/Project, nel 2020 abbiamo lanciato Evergreen, una linea eco-responsabile, che rappresenta il 20% della nostra collezione. Però non si può cambiare tutto in una volta. Stiamo cercando di integrare sempre più elementi sostenibili man mano che andiamo avanti.

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