Givenchy: Johnny Rotten incontra la Regina Vergine
Clare Waight Keller è ormai la creatrice d’immagini più potente dell’alta moda. La sua ultima collezione, ispirata all'immagine di un uccello catturato e prigioniero all'interno di un gigantesco castello, è stata una dichiarazione poetica profonda, che l'ha confermata come couturière molto abile e di grande rilievo.
Il titolo della collezione? “Noblesse Radicale”, visto su un moodboard che comprendeva eleganti punk pieni di piercing, mobili italiani anni '70, Johnny Rotten in tartan, unicorni medievali e dipinti ad olio della Regina Elisabetta I.
Waight Keller ha presentato la sfilata com aplomb martedì sera all'interno dello svettante spazio espositivo del museo d’arti decorative all'interno del Louvre, cui ha aggiunto tende alte 25 metri e luci sospese giganti. La selezione musicale, come i vestiti, era malinconica e un po’ lunare, dalla colonna sonora originale di Alexandre Desplat del film The Tree of Life di Terrence Malick, all'istrionica Dance 8 di Philip Glass nel finale.
Metà dei look mostrava piume, e più erano arruffate più era meglio: emù a zigzag per la gonna a matita d’apertura; piume di pollo pressate per un vestito da flamenco; o un fantastico cappotto maschile diviso verticalmente, con piume di cigno su un lato e di corvo nero dall'altro.
Il cast di modelle aveva un’aria da signora impazzita – un’impressione accresciuta dalle pettinature distorte e appuntite in stile Keith Flint dei Prodigy; oppure dalle extension per i capelli, enormi, come fossero ali spezzate.
Da aggiungere ai momenti top del défilé un abito avvolgente a spina di pesce e pied de poule e un paio di romantici abiti da ballo in faille spiegazzato e jacquard grafici che hanno fatto conquistare alla designer britannica una fragorosa ovazione nel finale.
In questa sfilata mista, i ragazzi della Waight Keller sembravano molto più dei raffinati rocker veterani, con i loro smoking bianchi a doppio petto come fossero tanti Bryan Ferry, oppure parevano poeti, con indosso camicie arruffate di paisley oppure una fantastica giacca da Maharajah argentata che dovrà assolutamente essere indossata al momento di ricevere un Grammy quest'inverno.
“Volevo personaggi anarchici che sfilavano con capelli e cappelli. L’idea era quella di un uccello piumato che viene intrappolato in una casa e dentro ci trova tutti questi diversi elementi. E per il finale tutti questi jacquard da The Tree of Life, ispirati a tessuti indiani del XVII e XVIII secolo. Ho preso quei modelli e li ho tessuti in nuovi ricami”, ha spiegato una Waight Keller estremamente fiduciosa nei suoi mezzi.
In sostanza, una creatrice che ha il pieno controllo del suo atelier, e delle collezioni, del marchio e della maison, capace di creare un’alta moda fantasiosa e immaginifica che sicuramente avrebbe reso orgoglioso Hubert de Givenchy.
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