Givenchy, Clare Waight Keller è il nuovo direttore artistico
E' Clare Waight Keller il nuovo direttore artistico di Givenchy. Lo annuncia la stessa maison sul suo profilo Instagram, postando una foto della stilista scattata da Steven Meisel. La Waight Keller lo scorso gennaio aveva detto addio alla direzione creativa di Chloé dopo 6 anni alla guida della griffe.
La firma di lusso, di proprietà del gruppo LVMH, conferma così le voci che giravano dopo l'ultima sfilata di Chloé firmata Clare Waight Keller dell’inizio di marzo.
La stilista succede a Riccardo Tisci, che ha annunciato il suo addio da Givenchy all’inizio di febbraio. Lo stilista italiano, che guidava la maison dal 2005, sarebbe nel mirino di Versace.
Clare Waight Keller comincerà ad esercitare le nuove funzioni a partire dal 2 maggio prossimo e presenterà la sua prima collezione a Parigi in ottobre, per la stagione primavera-estate 2018, precisa Givenchy in un comunicato che ha fatto seguito alla pubblicazione su Instagram.
Il marchio francese precisa che la Waight Keller “sarà incaricata di tutte le direzioni creative del marchio, comprese quelle delle collezioni di prêt-à-porter e accessori Donna e Uomo, e delle linee di alta moda”.
Diplomata al Royal College of Art di Londra, Clare Waight Keller ha lavorato per Gucci, Calvin Klein e Ralph Lauren prima di diventare direttrice creativa di Pringle of Scotland, marchio che ha abbandonato nel 2011 per approdare da Chloé.
Diverse fonti interne alla società sostengono che l’addio della stilista al marchio francese di LVMH sia dovuto alle difficoltà a lavorare con il CEO Geoffroy de la Bourdonnaye. Le fonti riferiscono che sono stati sempre respinti i suoi ripetuti tentativi di ottenere un aumento di stipendio proporzionale all’incremento delle vendite, tanto più che la Waight Keller sta dietro al design di alcune delle borse più vendute del marchio.
Già nello scorso mese di novembre, infatti, il proprietario di Chloé, uno dei grandi rivali di LVMH, l’elvetico Richemont, aveva comunicato che il marchio francese aveva "goduto di un tasso di crescita a due cifre (nelle vendite semestrali) su tutte le aree geografiche, in gran parte determinato dal successo dei prodotti di pelletteria”, soprattutto delle borse di pelle “Drew” e “Faye”.
Con l’arrivo della stilista si preannuncia un cambiamento stilistico radicale per Givenchy, lontano dalla piega cupa, barocca e “gotica” data alle ultime collezioni da Riccardo Tisci, per lasciare spazio all’eleganza romantica anglo-francese e cool-chic di Clare Waight Keller.
Nel suo periodo da Chloé, la Waight Keller ha portato il brand a muoversi geograficamente, presentando la collezione primaverile alla Brody House, famoso tempio del modernismo di Los Angeles, e facendo fotografare le sue campagne pubblicitarie in giro per il pianeta. Le è stata attribuita la creazione di campagne molto ispirate, che presentavano scatti realizzati dalla Puglia agli Adirondacks dei Giardini del Lussemburgo, per catturare lo spirito molto bohémien delle sue collezioni.
Inoltre, mentre da Chloé Clare Waight Keller è stata la sesta donna a guidare lo stile, l’innovativa creatrice sarà la prima donna a dirigere Givenchy. Il marchio è stato fondato da Hubert de Givenchy nek 1952 con la collezione “Les Séparables”, ricca di gonne fluttuanti e camicette a sbuffo. Però, il prodotto definitivo del suo regno fu la camicetta “Bettina”, una camicia bianca che prese il nome dalla modella Bettina Graziani, resa leggendaria da un dipinto di René Grau. La testimonial più famosa del brand fu Audrey Hepburn, la stella di “Colazione da Tiffany” e “Sabrina”, film per i cui costumi la mitica Edith Head vinse l’Oscar. Dal ritiro di Givenchy nel 1995, il brand venne disegnato in successione da tre stilisti britannici – John Galliano, Alexander McQueen e Julien MacDonald – prima di puntare su Tisci nel febbraio 2005.
Sebbene la famiglia della Waight Keller sia ritornata a Londra da Parigi nel giugno dello scorso anno, lo studio stilistico di Givenchy non dovrebbe trasferirsi nella capitale del Regno Unito, dicono le fonti interne.
Gli analisti della società di brokeraggio Bernstein stimano che Givenchy lo scorso anno abbia generato un utile operativo di 16 milioni di euro su un fatturato di 202 milioni, ma mentre gli articoli in pelle hanno avuto buone performance, le ultime due o tre collezioni di prêt-à-porter non hanno venduto così bene.
(Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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