3 lug 2015
Giovanni Bagini (Assomac ): “Crescita aziendale e formazione sono le parole chiave per il futuro”
3 lug 2015
La fotografia annuale del settore delle macchine e tecnologie per calzatura, pelletteria e conceria conferma il buon stato di salute del comparto. “Il 2014 è stato per Assomac un anno ricco di cambiamenti e risultati di successo, ma non dobbiamo e non possiamo rimanere fermi. È fondamentale continuare sulla scia del cambiamento per riconfermarci all’altezza delle trasformazioni avvenute sul fronte internazionale e cambiare la nostra pelle. Non basta più riuscire ad essere presenti sui mercati strategici, dove già siamo forti. La chiave per il futuro è puntare sui giovani e sulla crescita aziendale, per offrire ai nostri clienti un valore aggiunto, che soltanto grazie alla nostra esperienza e know how siamo in grado di garantire rispetto ai nostri concorrenti stranieri”, ha detto il presidente uscente di Assomac (l’associazione costruttori italiani tecnologia per la calzatura, pelletteria e conceria) Giovanni Bagini a margine dell’Assemblea Generale dell'associazione, l’occasione per presentare lo studio aggiornato sul buon stato di salute del settore.
Il quadro che emerge dalla fotografia del settore scattata dall’ufficio studi di Assomac è che il settore delle macchine per calzature, pelletteria e conceria è un segmento di nicchia che, però, rappresenta un’assoluta eccellenza in tutto il mondo.
La produzione è cresciuta con tassi poco sotto le due cifre (+9,56%) e sono soprattutto le esportazioni che hanno sostenuto questo trend (+11,4%) visto che rappresentano l’81,5% del fatturato delle aziende italiane del settore. Questi dati confermano la salute del settore e l’investimento tecnologico delle aziende per rimanere leader nelle proprie rispettive nicchie di mercato. Nell’ultimo anno, quindi, il settore non solo è riuscito a crescere, ma ha anche mantenuto il tendenziale di crescita a conferma dei risultati già eccellenti dello scorso anno.
“L’eccellenza tecnologica italiana nasce dal continuo scambio di idee con i suoi utilizzatori”, continua Giovanni Bagini. “Questo deriva dalla capacità di saper interpretare, con la meccanica, le esigenze creative di efficienza e di efficacia dei processi industriali delle imprese clienti. Non è un caso che, in questo settore, l’Italia è da tempo il primo Paese esportatore e il Paese leader in tutti quei mercati che sono produttori di conceria, calzature e pelletteria”.
In uno scenario italiano e internazionale contrassegnato negli ultimi anni da trasformazioni che hanno impattato fortemente sulla vita e i procedimenti aziendali, sono emerse alcune importanti novità strutturali nel settore: nel 2014 sia le aziende (235), sia gli addetti (4.060) sono tornati a far vedere una certa dinamicità, segno che il buon momento congiunturale non è di breve respiro, ma è giudicato dagli operatori più strutturale nonostante le turbolenze dell’economia internazionale.
Il primo obiettivo delineato da Assomac per il futuro è, quindi, continuare a puntare sulla crescita delle aziende, per offrire ai propri clienti non soltanto macchine ma anche servizi. “Il cambiamento richiede non solo una crescita in termini di dimensioni e di assistenza e fidelizzazione del cliente - continua Giovanni Bagini, presidente uscente di Assomac. Per competere adeguatamente con i concorrenti esteri, è necessario adeguare le nostre strategie di impresa”.
Nel settore delle macchine per calzature, ad esempio, dei circa 21,3 milioni di euro di crescita delle esportazioni cinesi nel 2014 quasi il 50% (10,3 milioni) sono avvenute in 4 Paesi: Vietnam, Indonesia, Russia e Brasile. La componente principale di questa crescita (6,4 milioni) è avvenuta attraverso l’aumento delle esportazioni cinesi in Vietnam e Indonesia. Tale crescita conferma una tendenza della produzione calzaturiera mondiale a spostarsi verso Paesi a più basso costo di manodopera vista la crescita costante del costo del lavoro in Cina e la conseguente perdita di competitività di prezzo nei confronti dei due altri produttori calzaturieri asiatici.
Un nuovo scenario competitivo, quindi, nel quale anche il produttore di calzature cinese sta guardando oltre confine, con un ulteriore spostamento a Sud-Est della produzione calzaturiera mondiale.
“Del resto non è differente il processo iniziato e raggiunto in ottica fieristica: diventare più grandi e più globali ha implicato lo spostamento del nuovo Simac Tanning Tech a Milano – aggiunge Bagini. “Abbiamo in questo modo voluto aprire nuove prospettive in termini di visitatori e contatti commerciali soprattutto guardando al mondo globale. Non genericamente l’estero, ma il mondo, perché è nel mondo che la tecnologia italiana sta competendo”.
E poi la formazione, che negli ultimi anni sta assumendo un’importanza fondamentale nonché una necessità da cui non si può più prescindere. “Dobbiamo considerare l’urgenza di far fronte al ricambio generazionale dei nostri lavoratori”, conclude Giovanni Bagini. “Occorre lavorare da una parte per attrarre manodopera specializzata dall’altra per formare e per interagire con il sistema scolastico, affinché formi figure che avrebbero un lavoro sicuro se fossero adeguatamente preparate. È giunto il momento di investire sulle risorse umane, perché sono il nostro futuro. Oggi ricerca non vuol dire solo costruire nuove macchine ma anche migliorare l’efficienza delle macchine esistenti. E per fare questo abbiamo bisogno di giovani motivati e capaci, formati con basi solide e disposti a scommettere anche sul nostro settore”.
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