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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 set 2023
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Giorgio Armani a Venezia: la carriera, il DNA, i suoi colleghi e la sua energia debordante

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
3 set 2023

Giorgio Armani, che ha organizzato una sfilata di gala e una festa "One Night Only" a Venezia questo fine settimana, ha trovato il tempo per accordare un'intervista rara, sincera e schietta a FashionNetwork.com.

Giorgio Armani - Courtesy


Sorprendentemente, Armani ha compiuto 89 anni a luglio, ma trasmette ancora l'energia di un atleta professionista di un quarto della sua età.
 
Anche se oggi è in condizioni di salute più fragili, il suo spirito e il suo temperamento sono ancora altrettanto limpidi e solidi. Eccezionalmente, ha accettato questa rara intervista con FashionNetwork.com, riflettendo sulla sua straordinaria carriera, parlando del suo DNA e fornendo la sua opinione informata sui propri colleghi designer.

Gran lavoratore, Giorgio Armani il giorno dopo la sfilata era già impegnato a sviluppare le sue prossime due collezioni - Giorgio Armani ed Emporio - che saranno presentate tra quindici giorni a Milano. Il sole sembra non tramontare mai per questo designer unico.

FashionNetwork.com: Perché ha scelto Venezia per l'ultima edizione di One Night Only?
Giorgio Armani: Le città che scelgo per i miei eventi One Night Only sono sempre speciali per me. È importante che abbiano un carattere molto distintivo e che siano città universali che corrispondono alla natura globale della mia visione. Venezia sicuramente soddisfa questi criteri e mi attrae ancora di più in quanto è una destinazione italiana iconica. Associo Venezia anche al cinema, per via del festival cinematografico che vi si svolge, e questo One Night Only si svolgerà durante l'80a edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, che fa da sfondo perfetto.
 
FNW: Cosa rappresenta Venezia per lei?
GA: Ciò che rappresenta per la maggior parte delle persone, suppongo: un'atmosfera straordinaria, storia, romanticismo e, ovviamente, bellezza. Venezia è incredibilmente bella, ovunque guardi rimani affascinato. Ecco perché è così spesso la città preferita dai romantici.
 
FNW: Quando è venuto a Venezia per la prima volta e perché?
GA: Può essere strano, ma non ricordo bene la prima volta. È come se avessi sempre conosciuto Venezia, probabilmente grazie a tutti i film e i dipinti in cui appare. Ma ricordo un'occasione in cui, nel 1990, venni al festival del cinema per presentare in anteprima mondiale Made in Milan, il documentario che Martin Scorsese realizzò sul mio lavoro. È stato un vero evento e abbiamo organizzato una grande festa a Ca' Leone alla Giudecca.
 
FNW: Come definire il DNA di Giorgio Armani?
GA: Concepisco le mie creazioni attraverso un processo di sottrazione, di spogliamento finché non resti solo l'essenziale. Il DNA estetico del mio brand riflette questa visione, che si basa su eleganza, raffinatezza e stile senza tempo.
 
FNW: Qual è la definizione dell'uomo e della donna Armani?
GA: Sono persone che cercano uno stile senza tempo piuttosto che tendenze passeggere. Persone che capiscono che i vestiti servono a mettere in mostra il carattere, non a sopraffarlo o mascherarlo. Persone che aspirano ad essere vestite in modo elegante piuttosto che ostentato. Persone che hanno fiducia in se stesse e che traggono la loro fiducia anche dalla raffinatezza della mia estetica.
 
FNW: Ha avuto due mesi di giugno e luglio straordinari, con splendide sfilate di Emporio e Giorgio Armani a Milano e Privé a Parigi. Dove trova ancora l’energia per essere così produttivo?
GA: Ho sempre avuto un'energia sconfinata. Sono un perfezionista e sempre curioso. Significa che mi spingo costantemente a provare cose nuove, a superare nuovi limiti, a vedere cosa posso realizzare. Il mio lavoro è la mia passione e non mi stanco mai del piacere che mi procura.

FNW: Mezzo secolo dopo aver aperto il suo primo studio di design con Sergio Galeotti al 37 di Corso Venezia, come continua a trovare nuove ispirazioni?
GA: L’ispirazione è lì se vi sei aperto. Viene dalla mia immaginazione, dai miei ricordi, dalle mie osservazioni delle persone e dalle mie ricerche online e nei libri. La trovo ovunque: nei film che guardo, nelle conversazioni che ho e nei viaggi che faccio. Il mondo è la mia fonte di ispirazione. Lo è sempre stato e non smette mai di sorprendermi e incantarmi.
 
FNW: Sono 48 anni che sfila sulle passerelle internazionali. Se dovesse scegliere le sue tre o quattro collezioni preferite, quali sarebbero?
GA: È un compito arduo, ma proviamoci: le mie collezioni del 1979 che sono servite come base per il guardaroba di Richard Gere in American Gigolo (il look cinematografico che ha reso Armani famoso nel mondo); la collezione donna Autunno-Inverno 1981, ispirata a Utamaro, il pittore giapponese, che presentava corsetti scintillanti e forme di armature che ricordavano gli abiti dei samurai e dei guerrieri giapponesi, e che era debitrice al film del 1980 Kagemusha di Akira Kurosawa. Più recentemente, la mia collezione donna Autunno-Inverno 2022, con riferimenti all'Art Déco, che ha influenzato notevolmente il mio design nel corso della mia carriera. Le mie collezioni di haute couture in generale, come quella che ho presentato a gennaio, ispirata alla fantasia di un ballo veneziano, in cui gli abiti scintillano e sembrano danzare. È da questa collezione che è nata l'idea di un evento a Venezia.
 
FNW: Armani, il marchio, e Armani, la persona, hanno sempre avuto rapporti stretti e unici con grandi attrici e grandi attori, con Hollywood e il cinema in generale. Perché?
GA: Ho già citato American Gigolo, che ha segnato una svolta nella mia vita. È stato allora che ho scoperto il potere del cinema di esprimere la mia visione del design a un pubblico globale. Da quel film in poi, ho fatto in modo di essere aperto a collaborazioni cinematografiche - credo di aver lavorato al guardaroba di oltre 250 film fino ad oggi - e grazie a ciò molti attori e registi hanno scoperto le mie collezioni. Quello che mi dicono è che si sentono sicuri dei miei vestiti, che sanno che sono belli. Ciò si è rivelato significativo, soprattutto sul red carpet. Credo che Armani sia considerato il marchio che ti farà fare bella figura ad una première.

FNW: Ha creato la sua casa di moda da zero. Che consiglio darebbe a un giovane creativo agli inizi?
GA: Segui la tua visione. Con passione e determinazione. Sii fedele a te stesso. Se hai qualcosa da dire in modo creativo, assicurati di dirlo, indipendentemente da ciò che accade intorno a te. Così non ti perderai. E preparati a lavorare molto, molto duramente. Il talento ti porterà lontano. Ma un’applicazione seria è la chiave del successo. Nessuna persona creativa ha mai avuto successo se non grazie al duro lavoro.

FNW: Proviene da una famiglia piacentina relativamente modesta, che con la moda non c'entra nulla. Quando e come ha capito che era destinato a una carriera nel settore?
GA: C’è voluto tempo. Ho avuto una falsa partenza pensando che la medicina sarebbe stata la mia carriera. Poi, quasi per caso, sono stato assunto dal responsabile della comunicazione de La Rinascente, il primo grande magazzino di Milano, dove lavoravo come merchandiser. In breve tempo ho trovato lavoro presso i buyer, cosa che mi ha permesso di essere assunto da Nino Cerruti per lavorare con lui come designer. Ed è lì che è successo tutto. Mi ha incaricato di cercare di trovare modi per rendere la sartoria meno vincolante e più rilassata. In molti sensi, questo è stato il lavoro della mia vita: rendere l'abbigliamento formale comodo e moderno.
 
FNW: Negli ultimi anni ha puntato molto su Armani Casa e Hotels e sulla realizzazione di una serie significativa di alberghi, grattacieli ed edifici a duplice uso. Perché questo progetto è stato così importante per lei?
GA: Molto presto ho sognato quello che si potrebbe definire uno stile di vita Armani. Ero un designer di abiti e accessori, ma ho lavorato per raggiungere una visione estetica particolare e, fin dall'inizio, ho visto come questa visione, questa filosofia progettuale, potesse applicarsi ad altri campi. I profumi erano un passo logico, così come i prodotti di bellezza. Ma non è tutto. Anche il design degli interni mi ha affascinato e ho iniziato a pensare a come applicare i miei progetti di interni Armani/Casa ad altri spazi. È bastato un piccolo salto d’immaginazione per arrivare al concept delle residenze e degli hotel Armani. Oggi esistono anche ristoranti e caffè Armani. E locali notturni. Fiori e cioccolate.
 
FNW: Quali sono gli altri designer - almeno cinque, per favore - che stima e ammira? E perché ?
GA: Coco Chanel era un grande talento e la sua esplorazione del comfort e della semplicità nell'abbigliamento è stata per me fonte di ispirazione. Questo concetto si applica anche nel mio abbigliamento da uomo. Il corpo è sia il punto di partenza che il punto di arrivo di tutto ciò che faccio. E poi, ovviamente, Nino Cerruti, che mi ha dato fiducia e mi ha insegnato le basi del mio lavoro. È da lui che ho imparato la ricerca di un nuovo stile classico: morbido e assolutamente non rigido. Per me è stato un esempio di coerenza di stile e di intuizione.

E Jean Paul Gaultier, l'enfant terrible della moda, che ha saputo conservare come nessun altro l'entusiasmo e l'innocenza, ma anche la capacità di infrangere regole e barriere utilizzando solo la fantasia. Apprezzo anche il lavoro di Dries Van Noten, Hedi Slimane e Giambattista Valli, e amo Paul Smith per il suo spirito indipendente e caparbio. In generale ammiro chi fa quello che deve fare, secondo i propri ritmi, e chi non segue le regole.
 
FNW: Tra 100 anni come vorrebbe che fosse percepito Armani?
GA: Come spero che sia oggi: come una linea al servizio di chi la indossa, una collezione che permette di valorizzarsi stando comodi e rilassati. Un guardaroba che sia elegante senza sforzo e sinonimo di alta qualità, non solo in termini di lavorazione, ma di design. Un guardaroba che quindi può essere indossato con disinvoltura per anni, il che lo rende un vero e proprio lusso.

Tra un secolo spero anche che Armani sia totalmente eco-sostenibile, in termini di prodotto e come azienda. Aggiungo che compenserò tutte le emissioni residue di gas serra legate a questa One Night Only sostenendo progetti ambientali volti a ripristinare l'ecosistema e la biodiversità della Laguna di Venezia, e che farò anche una donazione ad una onlus che conduce ricerche per contribuire a proteggere la laguna.

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