Giorgio Armani: un minimalismo moderno per la sua prima sfilata cruise
Giorgio Armani ha fatto un suo personale debutto la sera del 24 maggio a Tokyo. Lo stilista ha infatti organizzato la sua prima sfilata cruise, con un’ampia collezione resort splendidamente presentata presso il museo nazionale della capitale giapponese.
Le due sfilate co-ed, di fronte a un pubblico di VIP tra cui Uma Thurman e Tadao Ando, hanno evidenziato la grande abilità di Armani nel creare una sartorialità del tutto commerciale, con un glamour e uno sfarzo da red carpet, il tutto in un’unica collezione.
Ma soprattutto, gli abiti hanno sottolineato quanto Armani sia stato influenzato dall’estetica asiatica e, in particolare, giapponese.
“Il Giappone è una di quelle civiltà da sempre in grado di creare bellezza. Un’estetica unica, una sorta di semplicità piena di rigore, che combina il minimalismo austero delle sue architetture moderne con una profonda comprensione della sua storia così antica. Ecco perché amo il Giappone!”, ha dichiarato Armani nella conferenza stampa prima della sfilata.
In forma e abbronzato, lo stilista indossava un pantalone morbido, una giacca doppiopetto destrutturata in jersey di cashmere rifinita come un denim délavé, un dolcevita blu navy e delle sneaker bianche.
Nella collezione donna, le silhouette erano allungate da abiti dalla grande fluidità, caratteristica della griffe italiana, con spalle pronunciate e un accenno di sartorialità maschile. Per donne sempre in movimento, dei pantaloni impeccabilmente tagliati in pied de poule o a righe. In tutta la collezione, falsi gusci di tartaruga: dalla tuniche ai bracciali stampati, fino alle borse e ai pendenti.
Per la sera, bellissimi abiti lunghi in seta lavata, sempre con effetti a guscio di tartaruga, e strati jacquard. Una lunga sfilata, con un totale di 122 outfit.
Armani è arrivato tardi sulla scena delle sfilate cruise: brand come Louis Vuitton, Christian Dior e, più di tutti, Chanel hanno organizzato mega eventi in tutto il mondo negli ultimi 10 anni. Tuttavia, Armani è un personaggio leggendario in Giappone, a metà tra una rockstar e una divinità, come hanno dimostrato le decine di ospiti in attesa, che si inchinavano con deferenza per una foto con lui.
Per gli uomini, lo stilista ha alternato abiti che scolpiscono il corpo con dolcezza, giacche in tricot perfettamente tagliate, eleganti cappotti con il collo a scialle e superbi spolverini, così come molte proposte sportswear chic. Ha proposto inoltre una serie di completi sensazionali, ricordando al pubblico (380 invitati per ciascuna delle due sfilate) che Giorgio Armani rimane lo stilista più influente per la moda maschile, e questo da mezzo secolo. La palette di colori si declinava in tinte cioccolato, marroni e beige.
“Il color caffè è il nuovo grigio di Giorgio Armani”, ha scherzato lo stilista, che con l’occasione è riuscito a ritagliarsi il tempo per una visita di tre giorni a Kyoto. E anche nell’ex capitale dell’Impero, centinaia di fan l’hanno fermato per chiedere educatamente di fare un selfie.
Armani è stato in Giappone per la prima volta negli anni ’80: era uno dei cinque designer invitati a ricevere un premio, insieme a Karl Lagerfeld, Hanae Mori, Zandra Rhodes e Perry Ellis.
“A quei tempi ero un giovane stilista e non potevo credere di essere stato invitato. Karl e Mr. Fairchild (il leggendario caporedattore della Bibbia del settore Women’s Wear Daily) erano i miei mentori. Mi hanno insegnato a dirigere l’orchestra. Da lì ho capito che questo Paese sarebbe stato importante nella mia vita”, ha commentato Armani, quasi con nostalgia.
Mentre era in Giappone, Armani ha anche riaperto il suo enorme flagship all’interno del centro nevralgico per lo shopping Ginza.
“Non ho creato questa collezione pensando al Giappone, anche se sapevo che sarei venuto per riaprire la nuova Armani Tower. Se questa collezione arrivasse a Milano domani, funzionerebbe; abbiamo già molti buyer che aspettano di acquistarla. Ma quando sono arrivato qui a Tokyo, ho realizzato che la collezione era più moderna, più facile e più rilassata, con un senso della ricerca più libero. È Armani, ma visto attraverso gli occhi di un giapponese. Questi abiti sono per la donna giapponese che io ho in mente”, ha spiegato lo stilista ottantenne.
Il brand di Armani può aver conosciuto un certo rallentamento ultimamente, ma lo stilista si aspetta che torni a crescere nei prossimi due anni. Armani è il più importante brand del lusso ancora completamente di proprietà del suo fondatore, ovunque nel mondo. Non sorprende che Giorgio Armani ne sia orgoglioso; ne ha tutti i motivi.
“Qua a Tokyo, camminando per la strada, sono stato felice di vedere quante persone indossano Armani. Sai, i giapponesi sono più Armani di Armani”, ha concluso ridendo Giorgio, che spesso parla di se stesso in terza persona.
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