Giorgio Armani s'immerge nel blu profondo nel suo Silos
Cambio di location per Giorgio Armani, che ha presentato le sue ultimissime idee nello spazio che ha dedicato alle mostre d’arte contemporanea, Armani/Silos, a Milano. Si tratta di un ex deposito appartenente ad una fabbrica di cioccolato Nestlé: e questa collezione per l’Autunno 2019 emanava davvero un ricco profumo di nonchalance.
Chiamata “Rapsodia in Blu”, quasi tutta la collezione era declinata in molteplici varianti dell’azzurro. Due sfilate miste, o co-ed, presentate con eleganza, in cui l’elemento chiave per le donne erano i jodhpur. Giorgio ha allungato il suo tipo, lo ha abbottonato lungo il polpaccio e l’ha leggermente incurvato sulla coscia. Per il giorno, in seta opaca o antracite. Per la sera, in ricco velluto nero. Ha poi abbinato questi jodhpur ad abilissimi boleri in seta grezza, o ad aristocratiche giacche-mantello. Il tutto in forme ultrasottili, “a matita”, vere sintesi di lezioni indirizzate a stilisti meno bravi nell'arte del taglio moda.
Altri jodhpur erano in velluto nerissimo o abbagliante jacquard, qualche volta proposti con una striscia da pantaloncini da jogging, oppure realizzati nel materiale-chiave di questa collezione: un tie-dye astratto, nodoso e fotografico. “Quasi come se avessimo accartocciato un campione di tessuto e lo avessimo lasciato sbiadire al sole”, spiegava Armani al suo atelier.
Questa stampa – presente anche sull’invito di seta – appariva su corpetti di seta, borse di pelle arrotondate, eleganti clutch, giacconi d’agnello e lunghe redingote di velluto.
Mentre sfilavano, i modelli mostravano grande orgoglio, ovviamente lieti di avere l’aria di persone di successo; le donne esibivano acconciature fantastiche e sofisticate, degne di un affresco di Ghirlandaio: una delizia rinascimentale.
Tutto perfetto per la poderosa prima fila del défilé di “Re Giorgio”, nella quale figuravano Naomi Watts, Rosamund Pike, Gemma Arterton e Michelle Hunziker, che l’ha raggiunto per il suo secondo show.
Per gli uomini, Armani ha immaginato tre abiti eleganti: uno blu aeronautico tagliato al laser con una giacca corta doppiopetto, un altro blu Oxford, molto distinto, adatto per firmare un contratto commerciale, e infine uno blu di Prussia, languido e leggermente gonfio. Tutti e tre abbellivano molto la figura.
“Modernismo classico; eleganza vellutata. E che si vende anche molto bene!”, scherzava Armani con un luccichio negli occhi, dopo essersi scattato una foto con tutti i modelli e le modelle in mezzo tra le due sfilate.
Per dirla semplicemente, alcuni designer creano vestiti in modo che i loro clienti sembrino persone che hanno ereditato ingenti fortune di famiglia… mentre altri vogliono dare l’impressione che i propri clienti abbiano appena fatto un mucchio di soldi. Ma quando lui è al meglio (ed è stato così la sera del 23 febbraio) le collezioni di Giorgio Armani riescono allo stesso tempo a dare a una persona sia l'aspetto di uno che è nato in un castello, sia quello di chi si è fatto da solo. Che non è un'impresa da poco, ed è un altro dei motivi per i quali Giorgio Armani è un grande designer.
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