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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 dic 2018
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Gilet gialli: quarto weekend di perdite per i commercianti francesi

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
10 dic 2018

Per la quarta settimana di seguito, le federazioni delle attività commerciali francesi si sono dovute impegnare nella giornata di lunedì a stilare un bilancio delle conseguenze che le proteste dei gilet gialli hanno determinato sui loro affari del weekend. Nel corso dell’estremamente strategico secondo fine settimana di dicembre, i centri commerciali hanno visto diminuire le presenze del 17% in media, mentre l’Alliance du Commerce (grandi magazzini ed insegne di abbigliamento/calzature) annuncia perdite che vanno dal 25 al 35%.

Manifestazione dei gilet gialli che bloccano il passaggio alle auto a fine novembre in un'area commerciale a Colmar - AFP


“Questa cifra sembra inferiore rispetto ad altri fine settimana, ma resta comunque considerevole per uno dei migliori weekend dell’anno”, spiega Yohann Petiot, Direttore Generale dell’Alliance, il quale spiega a FashionNetwork.com che questa volta molti esercizi commerciali avevano deciso di tenere chiuse le serrande. Soprattutto a Parigi, dove erano previsti nuovi scontri.
 
“Le perdite di fatturato sono colossali e non verranno recuperate”, indica all’agenzia Reuters Pierre Pelarrey, Direttore Generale del grande magazzino Printemps Haussmann, davanti al quale si erano già svolti degli scontri una settimana prima. La perdita di attività sarebbe del 30%, per questa mecca del turismo commerciale, ma anche del 25% nei negozi dell’insegna francese situati in provincia. Va ricordato che gli acquisti natalizi incidono per il 20% sul fatturato dei Printemps, sempre secondo Reuters. In compenso, il concorrente Galeries Lafayette non ha fornito dati, ma ha anche indicato che la perdita di guadagno dovuta alla chiusura di sabato 8 dicembre non sarà recuperata.

A livello regionale, molte zone commerciali hanno di nuovo sperimentato blocchi, parziali o totali, dell’attività, secondo l'Alliance du Commerce, in città come Caen, Poitiers, Avignone, Marsiglia, Tolosa, Bordeaux, Nantes, Narbonne, Lione, Rouen e altre. “Alcuni negozi hanno anche subito danni materiali e saccheggi”, precisa piccato Yohann Petiot.
 
Invece, centri e gallerie commerciali hanno registrato nella giornata di sabato una contrazione delle presenze del 17%, secondo quanto dichiarato da Gontran Thüring, Delegato Generale del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC). Un calo che s’intensifica rispetto a quello del 14,3% registrato sabato 24 novembre, e all’altro del 12,7% il 1° dicembre, secondo l’analisi effettuata su 280 centri commerciali, degli 800 presenti nell’Esagono.
 
Per il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, “c’è un effetto psicologico importante: la gente preferisce posticipare i propri acquisti e stare a casa”. Questo calo è principalmente dovuto ai “blocchi completi o filtranti delle rotatorie d’accesso ai siti periferici che permangono in molte regioni”. E “per la prima volta, i centri commerciali dei centri urbani hanno registrato il più alto calo di presenze, con oltre il 20% in meno”, fatto che il CNCC lega alle “violenze osservate nel cuore di città come Bordeaux, Tolosa o Saint-Etienne”.
 
Per quanto riguarda le sei misure messe in atto dal Ministero dell'Economia per aiutare i commercianti, esse starebbero tardando a dare risultati. “Abbiamo un po’ più di chiarezza sull’andamento dei differimenti delle spese sociali”, spiega Yohann Petiot. “Quello che vedo, però, è che [questi provvedimenti] impiegano molto tempo ad ottenere risultati sul campo. E la benevolenza che viene annunciata (Bercy fa un’appello alla comprensione a banche ed assicurazioni, ndr.), non sempre si verifica” nella realtà.
 
La redazione con le agenzie

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