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23 mar 2011
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Giappone: H&M fa evacuare, Zara riapre, Gap si mobilita

Pubblicato il
23 mar 2011

Dopo il sisma e di fronte all'incertezza portata dall'incidente nucleare alla centrale atomica di Fukushima (che ora sembra abbastanza sotto controllo, ma non cessa di suscitare preoccupazioni per nuove possibili perdite), i grandi gruppi internazionali stanno adottando politiche diverse. Mentre Gap rende disponibili delle risorse economiche, H&M fa evacuare la sua sede e sposta i suoi impiegati verso Sud, invece Inditex (Zara) comincia a riaprire i propri negozi.

H&M, Gap inc, Zara
Il flagship che Gap ha inaugurato a Ginza (Tokyo) il 3 marzo scorso, solo nove giorni prima del terremoto.

H&M ci ha confermato la decisione di spostare temporaneamente la sua sede nipponica di Tokyo verso Osaka, metropoli situata più a Sud, ma che nell'arcipelago nipponico si trova sempre nell'isola principale di Honshu, dove è avvenuta la catastrofe. L’azienda svedese vuole inoltre assistere tutti i suoi impiegati della zona che intendono spostarsi a Sud, dove saranno temporaneamente ricollocati in altri distaccamenti. Forte di una decina di indirizzi nella nazione, l’azienda ha chiuso i suoi negozi di Yokohama e Tokyo.

Una strategia di prudenza attuata anche da altre aziende nordiche, come Ikea o l’industria Atlas Copco. In più, H&M ha fornito circa 100.000 capi d'abbigliamento alla Croce Rossa. Un aiuto che si affianca alle iniziative di grandi gruppi giapponesi come Uniqlo (Fast Retailing) o Shiseido, che attualmente stanno lavorando per ripristinare e far di nuovo funzionare alcuni dei loro centri di produzione.

Da parte sua invece, il gruppo spagnolo Inditex (Zara), dopo il sisma principale dell'11 marzo aveva chiuso 20 dei suoi 63 negozi nipponici, quasi tutti situati nel Nord-Est. Decisione non motivata dai danni subiti, ma per preservare la sicurezza del personale e della clientela. "Lo scopo ora è di ritornare alla normalità il più velocemente possibile", spiega a FashionMag.com un dirigente di Inditex. I negozi hanno quindi riaperto i battenti. Solo cinque indirizzi sparsi nella parte Nord dell'isola restano per ora chiusi.

Con 120 store nel Paese ed un flagship gigantesco inaugurato solo pochi giorni prima della tragedia a Tokyo, Gap Inc non ha mancato anch'esso di mobilitarsi. Il leader mondiale dell'abbigliamento ha donato 1,1 milioni di dollari in equipaggiamento invernale ai soccorritori. Il gruppo ha inoltre versato 200.000 dollari al “Global Giving’s Japan Earthquake and Tsunami Relief Fund”, un fondo mondiale che raccoglie donazioni per il Giappone. "Stiamo lavorando con i nostri partner locali per consegnare dell'abbigliamento per bambini, bebè e adulti a quelli che ne hanno più bisogno", ha detto John Ermatinger, presidente di Gap Inc per l'Asia-Pacifico.

Da rileggere sull'argomento anche: "Giappone: i professionisti fra inquietudine e mobilitazione", il nostro articolo del 15 marzo (newsletter n° 585), che faceva un primo punto sulla situazione che andava profilandosi a seguito della catastrofe per i professionisti giapponesi e stranieri.

Di Matthieu Guinebault (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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