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7 apr 2020
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Gianni Russo, Presidente di UNIC: “Le concerie devono riaprire quanto prima”

Pubblicato il
7 apr 2020

Il Presidente di UNIC – Concerie Italiane Gianni Russo ha scritto una lettera al Governo per evidenziare alle istituzioni la necessità di una graduale riprese delle attività del settore, che in Italia conta circa 1.200 imprese e 18mila addetti e registra un giro d’affari annuale di 5 miliardi, il 75% dei quali realizzati all’estero.

UNIC lancia un appello al Governo per la ripresa graduale dell'attività conciaria - unic.it

 
Russo sottolinea che il comparto conciario italiano è “un’industria quasi esclusivamente a conduzione familiare, dove la tradizione e il saper fare nobilita la forte attitudine alla creazione e all’innovazione. (…) È un’industria attenta a salvaguardare la salute e la sicurezza dei propri addetti, a investire nelle loro competenze, a tutelare e valorizzare i territori distrettuali in cui è posta. Ed è, soprattutto e da sempre, un esempio virtuoso di vera economia circolare, perché ricicla uno scarto dell’industria della carne”.
 
“Abbiamo seguito l’evolversi delle misure adottate nelle ultime settimane per contrastare l’espansione del contagio e, non essendo l’attività conciaria esplicitamente inclusa nella lista di quelle considerate essenziali, le nostre concerie hanno sospeso l’attività lavorativa lo scorso 25 marzo, nell’ottica di riprenderla quanto prima”, prosegue il Presidente. “In un momento di fondamentale importanza per l’attività produttiva stagionale, si è trattato di una forte assunzione di responsabilità, sia nei confronti dei propri dipendenti che verso le comunità in cui sono inserite”.

Il blocco dell’attività conciaria ha determinato anche l’interruzione del commercio di pelli grezze, con problemi di gestione da parte dei fornitori, i macelli, la cui capacità di stoccaggio è limitata, sia in termini di spazio che di tempo, visto che le pelli sono materiale organico deperibile. “Nei giorni scorsi, ci è stato segnalato che i magazzini di molti macelli sono vicini alla saturazione e che, attualmente, non c’è un’alternativa alla vendita delle pelli alle concerie, dato che nessuna discarica o impianto di incenerimento le accetterebbe come nuovo rifiuto”, sottolinea Russo. 
 
Secondo UNIC, la situazione potrebbe essere ancora gestibile nel caso di una riapertura delle attività quanto prima, ma rischia di diventare estremamente problematica se il blocco dovesse protrarsi.
 
“Essendo le nostre aziende poste a metà di una catena di fornitura che vede i nostri fornitori già operativi e i nostri clienti manifatturieri ancora chiusi e senza materie prime, appare essenziale per noi rientrare tra i settori di prossima riapertura, al fine di permetterci di preparare i materiali con cui rifornire le industrie clienti quando riapriranno le attività”, conclude Russo.

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