DPA
Gianluca Bolelli
17 lug 2019
Gerry Weber passerà nelle mani di nuovi investitori
DPA
Gianluca Bolelli
17 lug 2019
Il marchio tedesco di abbigliamento Gerry Weber, che da mesi lotta per sopravvivere, sembra aver trovato nuove prospettive per il futuro. Gli investitori finanziari Robus Capital Management e Whitebox Advisors hanno concordato di destinare alla società in difficoltà un flusso di cassa che può raggiungere fino a 49,2 milioni di euro. È quanto ha annunciato lunedì sera l’azienda tedesca, che dovrebbe essere in grado di uscire dalla procedura di insolvenza entro la fine dell'autunno, determinando allora la sua acquisizione da parte dei nuovi investitori.
Il rappresentante generale di Gerry Weber, Christian Gerloff, ha sottolineato martedì che si tratta di “una tappa decisiva nella ristrutturazione dell’azienda”. Il CEO, Johannes Ehling, ha dichiarato che con questo accordo d’investimento vincolante nelle procedure di insolvenza, Gerry Weber ritrova “ottime prospettive per il futuro”.
La decisione è stata presa pochi giorni prima del grande salone CPD di Düsseldorf. Prima di questo accordo, Gerry Weber temeva che molti rivenditori potessero ridurre i loro ordini, scettici sulla sopravvivenza della società.
Gerry Weber è in grave crisi da diversi anni. L'azienda non soffre solo del calo delle presenze nei centri delle città e del trionfo dell'e-commerce, ma anche dei propri errori, in particolare un investimento eccessivo nella sua rete di negozi di proprietà, che ne hanno aggravato le difficoltà. A fine gennaio, il gruppo originario della Renania del Nord-Vestfalia ha dovuto depositare i bilanci, presentando al tribunale fallimentare di Bielefeld una domanda d’insolvenza con auto-amministrazione diretta (che significa che il CdA resta in carica con tutti i suoi attuali poteri e responsabilità, ndr.).
Il principio del suo salvataggio deve ora essere approvato dall’assemblea dei creditori. Che non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile. Questa ha infatti già approvato all'unanimità l'accordo di investimento e i punti chiave del piano di insolvenza, che prevede, fra le altre cose, una parziale rinuncia dei creditori alle loro spettanze. E anche Stefan Meyer, l'amministratore nominato dal tribunale, ha dato il via libera all'accordo.
Secondo Johannes Ehling, la ristrutturazione del gruppo, lanciata la scorsa estate, che prevede la chiusura di circa 146 negozi in Germania (e l’eliminazione di 330 posti di lavoro), sta ora conoscendo il suo primo successo. Questa strategia proseguirà sotto l'egida dei suoi nuovi proprietari. In futuro, Gerry Weber sarà molto più selettivo nel mercato tedesco e dovrebbe aggiornare la sua presenza nell’e-commerce.
Tuttavia, per gli ex azionisti di Gerry Weber l'accordo significherà probabilmente la fine di tutte le speranze di recuperare le loro sostanze. Il piano di eliminazione dell'insolvenza prevede una “riduzione del capitale a zero euro”. In altre parole, gli azionisti esistenti saranno esclusi dalla società senza compenso. Ciò vale anche per la famiglia fondatrice di Gerry Weber. Le nuove azioni emesse nella fase successiva apparterranno inizialmente a Robus e Whitebox.
Per i creditori (i cui crediti nei confronti del gruppo di moda ammontano a circa 300 milioni di euro), il piano di insolvenza pianificato offre la possibilità di scegliere tra un classico regolamento in contanti e vari strumenti finanziari, con i quali potrebbero beneficiare dell'eventuale successo futuro della società.
L'accordo con Robus e Whitebox è stato preceduto da una competizione molto intensa: tre candidati all’acquisto hanno corso testa a testa fino alla fine. Persino la famiglia Weber, fondatrice dell'azienda, era stata lasciata indietro dal gruppo di testa. Stefan Meyer sottolinea che in fin dei conti l’offerta che ha prevalso “rappresenta l'opzione migliore, non solo per soddisfare i creditori, ma anche per quanto riguarda la velocità e la sicurezza delle transazioni”. L'investitore finanziario Robus aveva già acquisito all'inizio di luglio una quota di maggioranza del marchio Hallhuber (90 negozi tra Germania, Svizzera e Paesi Bassi), catena di abbigliamento prêt-à-porter femminile controllata dal gruppo Gerry Weber, cui era accorso in aiuto.