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Pubblicato il
12 dic 2011
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GdF di Napoli: griffe false anche in negozi, 46 arresti
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12 dic 2011
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Calzature, capi d'abbigliamento e accessori del tutto simili a quelli veri, ma con loghi e marchi di note griffes completamente contraffatti. Un giro d'affari che, partendo da Napoli e dal suo hinterland, aveva clienti e ramificazioni in tutto il territorio nazionale riuscendo a `piazzare' prodotti falsi anche in esercizi commerciali compiacenti. Una pratica illegale che, non solo crea danni alle imprese, ma anche ai consumatori che comprano prodotti scadenti e, a volte, pericolosi per la salute.
Il blitz 'Attaccabottone' delle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Napoli, su mandato della locale Procura - Sezione criminalità economica, ha portato a 46 ordinanze di custodia cautelare, alcune delle quali in carcere e altre ai domiciliari, nei confronti di appartenenti ad associazioni a delinquere di Napoli e provincia con ramificazioni nelle Marche, Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia.
Gli indagati, tutti già con precedenti specifici, disponevano di basi logistico-operative nel capoluogo campano e in alcuni comuni dell'hinterland, ma avevano clienti in tutto il territorio nazionale provvedendo alla produzione illecita e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di calzature, capi d'abbigliamento e accessori di noti marchi, ma contraffatti.
Nel corso delle indagini sono state 60 le persone denunciate e diversi i sequestri: 17 immobili, di cui 14 opifici clandestini e 3 depositi di merce; 223 macchinari e banchi da lavoro; 609 cliché e 720 calzature con loghi e marchi contraffatti; oltre 12mila accessori, circa 24mila capi d'abbigliamento e 400 portafogli con loghi falsi; oltre 200 metri di tessuto, circa 7.400 euro in assegni e 3 automezzi.
Le indagini, effettuate anche con intercettazioni telefoniche, hanno consentito di individuare i promotori e i componenti di diverse organizzazioni a delinquere in grado di curare tutte le fasi dell'attività illecita come l'acquisizione della copia del prodotto da riprodurre, la sua riproduzione in laboratori clandestini, la custodia del prodotto in depositi clandestini, la distribuzione diretta o con corrieri espressi ai rivenditori su strada o ai titolari di esercizi commerciali.
Fonte: APCOM