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14 ott 2013
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GdF Napoli: merce contraffatta, 35 arresti e sequestro di beni per 3 mln

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APCOM
Pubblicato il
14 ott 2013

Quattro gruppi criminali a carattere transnazionale, specializzati nella contraffazione e nel traffico di prodotti falsi di note griffes, sono stati smantellati dalle Fiamme Gialle: 35 gli arresti, numerose le perquisizioni e sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro.

Foto: Adnkronos


A portare a termine l'operazione, denominata 'Compagnia delle Indie', più di 130 militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli che hanno eseguito 35 ordinanze di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emesse dal gip del Tribunale di Napoli. Le perquisizioni sono state effettuate in Campania, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Toscana, Veneto e Abruzzo.

Contestualmente sono stati sequestrati su tutto il territorio nazionale beni mobili, immobili e conti correnti intestati agli indagati per un valore di oltre 3 milioni di euro.

Il blitz, coordinato dalla Procura partenopea, ha smantellato quattro sodalizi criminali a carattere transnazionale (43 le persone indagate complessivamente), rispettivamente guidati da un indiano, un cinese e da due napoletani. Le organizzazioni commissionavano la produzione di capi di abbigliamento e accessori a industrie in Cina o nell'hinterland campano e del Casertano in particolare. Le merci contraffatte, provenienti dall'estero partivano occultate con carichi di copertura e venivano sdoganate nei porti del nord Europa da dove venivano trasportate in vari Paesi dell'Unione Europea, tra cui l'Italia.

Nell'ambito delle investigazioni è stato possibile sequestrare oltre un milione e 400mila capi di abbigliamento, occhiali, articoli di pelletteria e accessori di pregevole fattura delle più famose griffes (Moncler, Peuterey, Woolrich, Hogan e Blazer) nonché 18 locali adibiti a opifici clandestini e a depositi di merci, 43 tra macchinari industriali e banchi da lavoro e dieci automezzi.

Le indagini sono iniziate nel 2009 da una pregressa attività investigativa sul fenomeno della contraffazione di noti marchi. Intercettazioni telefoniche su circa 200 utenze, analisi di tabulati telefonici, perquisizioni e sequestri hanno permesso di scoprire chi ci fosse a capo delle quattro organizzazioni criminali: una era guidata dall'indiano Vijay Sahaj, un'altra dal cinese Yundui Hu e le altre due erano capeggiate dai napoletani Ciro Diana e Andrea Amato.

I quattro gruppi, attivi nel settore dell'illecita introduzione sul territorio nazionale e comunitario di capi di abbigliamento griffato contraffatti provenienti dalla Cina, utilizzavano opifici, in parte clandestini o sprovvisti di autorizzazioni.

Una modalità che ha permesso di realizzare un vero e proprio mercato parallelo del falso di dimensioni enormi e in grado di compromettere seriamente i canali leciti di rifornimento. I quattro gruppi, autonomi tra loro per la produzione e i canali di rifornimento e distribuzione della merce contraffatta, di fatto erano caratterizzati da una sorta di patto di mutua assistenza che induceva i singoli a prestarsi reciproco aiuto per reperire materie prime o prodotti finiti o per collaborare in operazioni illecite.

I metodi di comunicazione tra i vari membri dei gruppi erano molto riservati, con incontri svolti presso i porti e gli aeroporti nazionali oppure in altri luoghi pubblici per eludere i controlli delle forze dell'ordine. A seconda della tipologia di merce contraffatta richiesta, venivano utilizzati termini convenzionali con codici cifrati.

Fonte: APCOM