Gaultier Paris e Sacai: che confusione!
Ahinoi, spesso anche i piani migliori vanno nel verso sbagliato. Il matrimonio tra Jean-Paul Gaultier e Chitose Abe di Sacai avrebbe dovuto portare a una collezione di successo, futura campione d’incassi. Ma dopo il debutto cui abbiamo assistito mercoledì probabilmente è meglio che si tratti solo di una collezione una tantum, che sia seguita da un rapido divorzio. In risposta alla decisione di Gaultier di andare in pensione l'anno scorso, la maison parigina ha escogitato un piano: chiedere a un designer diverso ogni stagione di creare una collezione d’alta moda Gaultier Paris.
La scelta di Chitose Abe, acclamato designer del marchio Sacai, è stata salutata come un colpo da maestro. Così, dopo un ritardo di sei mesi dovuto al covid, l'aria fremeva per la trepidazione e l’aspettativa al quartier generale di Gaultier prima che Abe facesse uscire in passerella le sue prime creazioni nel salone centrale.
Alla fine però, tutto ha dato la sensazione di un soufflé che non è riuscito a lievitare. Per essere più precisi, sembrava che Abe avesse preso ogni sorta di riferimenti a Gaultier (camicie da marinaio, decostruzioni, folli flight jackets e trench parigini) e li avesse gettati in un frullatore insieme alle sue caratteristiche tecniche di assemblaggio.
Il risultato è stato, beh, piuttosto disordinato e davvero confuso.
Ad esempio, i tanto amati abiti in denim decostruiti di Jean-Paul sono diventati un bizzarro vestito con dieci paia di jeans cucite sulla schiena. Se vi suona come un pasticcio, è perché lo era.
Abe ha anche tentato di coniugare l'amore di Jean-Paul per il gessato con la sua estetica gender bender, ma invece delle abili composizioni di Gaultier abbiamo assistito a sgraziati guazzabugli che sembravano barcollare.
Il programma di Abe ha anche imitato l'amore di Jean Paul per dare nomi strambi a ogni outfit: nel suo caso denominazioni come “Upcycle of Life”, “Incrediballs” e “Big Trench Accent”. Quest'ultimo si è rivelato essere un trench trasformato in un abito bustier, le cui proporzioni fuori misura non sembravano corrette. Il tipo di look che ogni assistente di talento sogna di realizzare, ma che non viene mai inserito nelle uscite in passerella.
Certamente abbiamo visto alcune idee che istantaneamente hanno dato la sensazione di una qualità da museo: l’impressionante combinazione della flight jacket tagliata come per un cortigiano pazzo, o l'unico look eccezionale della collezione: una super eroina con un maglione patchwork a punto Aran e stivali con plateau abbinati.
Alla fine, la collezione è servita solo a minare la fama di quel brillante designer che Gaultier è sempre stato. E quanto sarà difficile seguire, o anche solo eguagliare, un simile percorso! Se Abe, uno dei 20 stilisti più influenti dell’universo della moda negli ultimi anni, ha sperimentato queste difficoltà, cosa potranno mai fare gli altri?
Galante gentiluomo come sempre, Gaultier ha posato con Abe dopo lo show sul balcone al secondo piano del suo vecchio quartier generale, insieme a sei modelle, portando il traffico a bloccarsi fra assordanti strombazzamenti di clacson, mentre centinaia di fan all'esterno si accalcavano per scattare foto di quel momento con i loro cellulari.
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