Pubblicato il
10 nov 2011
10 nov 2011
Gaetano Miccichè: la sfida dimensionale per la crescita
Pubblicato il
10 nov 2011
10 nov 2011
Gaetano Miccichè, Direttore Generale di Intesa San Paolo, ha aperto i lavori del convegno annuale organizzato da Pambianco a tema "Moda e Lusso, la sfida della crescita dimensionale", sottolineando come questo incontro, che si tiene da una decina d'anni, abbia visto un susseguirsi di cambiamenti a livello nazionale.
Gaetano Miccichè, DG di Intesa SanPaolo |
Il Direttore ha ripercorso i temi da lui trattati negli ultimi anni: "Nel 2005 parlavamo di fiducia e coraggio per il settore moda, nel quale la Banca ha investito molto su professionisti specializzati. Nel 2006 si consigliava di guardare verso nuovi terrirori di sviluppo, ma a tal proposito mi viene in mente una frase di Proust: 'talvolta non è tanto importante cercare nuovi territori, quanto munirsi di occhi nuovi per osservare i territori su cui già si opera'; puntare su originalità e nuove idee è fondamentale per il comparto moda", ha spiegato Miccichè. Venendo poi ai cambiamenti subiti, il Direttore ha ricordato che nel 2007 si parlò di volatilità e si assistette a colossi caduti in difficoltà imprevista, per poi arrivare ai fatidici 2008 e 2009, in cui tutta l'attenzione venne posta sull'efficienza produttiva, affinché le aziende potessero sopravvivere alla crisi cercando nuovi fattori di successo su cui far leva (logistica e distribuzione su tutti).
Nel 2010 ci si è trovati davanti uno scenario diverso per quanto riguardava distribuzione e domanda. "Già BRIC sembrava una sigla obsoleta, parlavamo di MICT (Messico, Indonesia, Corea, Turchia) e si inseguivano nuove possibilità. 'Crescita' e 'dimensione' erano state le parole chiave. Se dovessi ripensare ora ad un titolo da dare a questo convegno, piuttosto che di "sfida della crescita dimensionale", parlerei di sfida dimensionale per la crescita", ha puntualizzato Miccichè, insistendo sul fatto che non si può crescere se non si raggiungono dimensioni minime ottimali.
Una fase del convegno organizzato a Milano da Pambianco Strategia & Impresa. |
"Se si dovesse seguire una ricetta per incrementare la crescita delle aziende, bisognerebbe mettere 1 dose di innovazione (DNA della ricerca, del benchmarking, del diverso che permetta di avere prodotti e servizi differenziati dagli altri), 1 dose di internazionalizzazione e 3 dosi di dimensione. Internazionalizzazione per anni ha di fatto significato delocalizzazione, un cercare aree in cui produrre a costi inferiori. Bisogna invece vederlo", prosegue Miccichè, "come un concetto culturale diverso, il cui significato è piuttosto quello di 'andare a cercare nuovi mercati, management e joint-venture internazionali', in un confronto con chi può anticipare quello che noi potremo andare a fare".
"In linea di massima", ha aggiunto Miccichè, le aziende medio-grandi vanno bene perché riescono ad innovare e a beneficiare anche dei momenti positivi dei mercati esteri. Le medio-piccole vanno male. Abbiamo un panorama di aziende indebitate più di quelle francesi e tedesche per esempio, e indebitate nel breve termine. L'innalzamento degli spread genera costi insostenibili per molte aziende", rileva il dirigente.
La soluzione, secondo il Direttore di Intesa Sanpaolo, è l'apertura del capitale, non necessariamente alla Borsa. "Io credo che non esistano aziende che hanno sempre sucesso o che l'insuccesso di altre non sia risolvibile. Tutte conoscono questi passaggi: quello che può differenziare la nostra attività di Banca è l'avere strumenti ed idee per assistere le aziende in tutti i momenti della loro vita. Ma dobbiamo usare il noi, anticipare, programmare e darci reciprocamente più fiducia".
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