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Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
10 dic 2017
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G-III Apparel registra una crescita di fatturato del 16% nel terzo trimestre

Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
10 dic 2017

La crescita a due cifre di G-III Apparel prosegue nel terzo trimestre con un fatturato netto in aumento del 16%, a 1,02 miliardi di dollari, che stabilisce un altro record trimestrale superando le aspettative. Il gruppo americano rivede quindi di nuovo al rialzo le previsioni di utile netto per l’intero anno.

Facebook: DKNY


Tali risultati arrivano dopo un primo e secondo trimestre molto positivi, che hanno visto fatturati in aumento del 21,6% e del 16%. Sul giro d’affari netto di 1,02 miliardi di dollari al terzo trimestre, circa 88 milioni derivano dai brand DKNY e Donna Karan, acquisiti l’anno scorso da LVMH. La società ha inoltre annunciato eccellenti vendite all’ingrosso per tutti i grandi brand nel terzo trimestre e dichiarato che l’utile netto del periodo ha raggiunto 81,6 milioni di dollari.
 
Oltre a DKNY, il gruppo possiede i marchi Vilebrequin, G. H. Bass, Andrew Marc, Marc New York, Eliza J e Jessica Howard, e detiene le licenze per alcune linee di Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Karl Lagerfeld Paris, Kenneth Cole e Cole Haan.

Il Presidente e Direttore Generale di G-III Apparel, Morris Goldfarb, ha attribuito la crescita alla differenziazione del portafoglio di marchi e alla strategia distributiva della società. “Abbiamo implementato la nostra strategia con dei brand molto conosciuti e prodotti attraenti in un contesto che resta difficile nel nostro settore. I nostri prodotti si vendono bene nel periodo delle feste e prevediamo di chiudere l’anno con risultati ancora migliori e un forte dinamismo”, ha dichiarato il manager. “Abbiamo una strategia di crescita che funziona. Con i nostri brand continuiamo ad allinearci alle grandi label, a controllare bene la nostra distribuzione, ad approcciare ogni relazione come una partnership e a offrire al consumatore una gamma di prodotti davvero eccezionale”.
 
Tuttavia, l’anno di G-III Apparel non è stato senza controversie. In ottobre, il titolo di G-III Apparel Group è sceso in seguito al sostegno di Donna Karan a Harevy Weinstein. Nonostate Donna Karan non sia più legata ai suoi marchi omonimi dal 2015, la sua risposta alle accuse secondo le quali Weinstein avrebbe molestato sessualmente delle donne a Hollywood ha avuto come conseguenza un boicottaggio dei brand Donna Karan e DKNY. L’hashtag #BoycottDonnaKaran è stato lanciato sui social media, il che ha fatto diminuire le azioni di oltre il 4%.
 
La stilista ha lasciato i suoi brand nel 2015, quando erano di proprietà di LVMH. Nel 2016, LVMH li ha venduti a G-III per 650 milioni di dollari, per concentrarsi maggiormente su griffe del lusso come Louis Vuitton e Givenchy.
 
Inoltre, lo scorso aprile G-III ha ammesso di aver cambiato le etichette della linea di abbigliamento di Ivanka Trump con quelle del brand Adrienne Vittadini, per poi vendere i prodotti alla catena di grandi magazzini Discount Mart. G-III si è scusato per tale decisione, ma nonostante il cambio di etichette, la società ha segnalato che le vendite dei prodotti Ivanka Trump sono aumentate di quasi il 61% nel 2016.
 
Infine, sempre in aprile, un organismo di sorveglianza del settore ha pubblicato un’inchiesta che accusava G-III Apparel Group di aver violato le leggi del lavoro in Cina. La controversia ha di nuovo riguardato la linea Ivanka Trump, che G-III produce in licenza.

Nonostante tutto ciò, la società è ancora evidentemente in positivo, il che aumenta le sue previsioni di utile netto per l’intero anno. Il gruppo americano prevede sempre un fatturato netto di circa 2,80 miliardi di dollari e un utile netto compreso tra i 66 e i 71 milioni di dollari (in precedenza la previsione era tra 56 e 60 milioni di dollari).

Al momento il gruppo prevede un EBITDA adjusted per l’esercizio 2018 compreso tra 188 milioni di dollari e 196 milioni i dollari, contro i 148,1 milioni di dollari del 2017.

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