Fusioni e acquisizioni, quando l’industria cosmetica arriva al culmine
Secondo Capitalmind, società specializzata in transazioni e acquisizioni, l’industria cosmetica è arrivata in una nuova fase della sua storia, in cui le aziende a media capitalizzazione devono “raggiungere rapidamente una dimensione critica o legarsi a un leader mondiale”.

Negli ultimi anni, il numero di marchi di make up, cura del corpo o profumi passati nelle mani di grandi gruppi o fondi è cresciuto significativamente. Ormai più di due operazioni di avvicinamento hanno luogo ogni settimana a livello mondiale, evidenzia Capitalmind, che sottolinea inoltre che con il 36% delle transazioni negli ultimi 5 anni l’Europa rappresenta il terreno di gioco principale per questo tipo di operazioni, davanti agli Stati Uniti (31%).
“Trenta aziende del beauty si dividono il 63% del mercato. Rispetto ad altri settori, quella della cosmetica resta particolarmente segmentato”, ha spiegato Nicolas Balon, associato presso Capitalmind. E se L’Oréal, Estée Lauder, Coty, Shiseido e Beiersdorf sono i top cinque del mondo tra i giganti della bellezza, numerosi piccoli brand si contendono circa il 40% del mercato. Attori che spesso hanno bisogno di capitali per perseguire o accelerare la loro crescita, mentre i grandi gruppi così come i fondi sono alla ricerca di marchi innovativi che possano offrire nuovi terreni di espressione e rispondere alle nuove esigenze dei consumatori.
I brand del make up sembrano essere i più coinvolti e nel 2016 il fatturato di questo comparto è salito dell’8,4%, contro una crescita del mercato globale della bellezza del 5%, a 205 miliardi di euro. Inoltre, negli ultimi 5 anni, il 38% delle transazioni ha riguardato il make up, il 32% i prodotti per la cura del corpo e il 15% i profumi e i prodotti per i capelli.
Una situazione che sembra comportare importanti valorizzazioni. Nel novembre 2016, Estée Lauder ha infatti acquisito il brand di make up Too Faced per 1,45 miliardi di dollari, anche se la griffe realizza vendite per 270 milioni di dollari, in crescita del 70%. Ma impossessandosi di un marchio con 9,3 milioni di follower su Instagram, il gruppo americano si è avvicinato ai tanto ambiti millennials.
Oltre ai brand di make up, sostenuti dalla “generazione selfie”, Capitalmind sottolinea che anche i marchi di bellezza attiva, o che puntano sul naturale, così come le applicazioni di bellezza sono attori da seguire con attenzione.
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