13 nov 2019
Fusione italiana nella moda: Blufin (Blumarine) passa a Marco Marchi
13 nov 2019
Nuovo consolidamento nel mondo del fashion attraverso l'unione di due nomi iconici della moda italiana. Come anticipato da FashionNetwork.com il 6 novembre Il patron di Liu-Jo, Marco Marchi, ha confermato quelle che, fino ad oggi, erano rimaste solo indiscrezioni: l'acquisizione della conterranea Blufin, storico nome della moda del carpigiano (MO) cui fanno capo i marchi Blumarine e Be Blumarine, fondata dai coniugi Anna Molinari e Gianpaolo Tarabini.

Intervistato da FashionNetwork.com la scorsa settimana, Marco Marchi aveva infatti rivelato la costituzione della Holding Eccellenze Italiane, una piattaforma in cui riunire le eccellenze del nostro Paese. L'imprenditore si era definito "stanco di vedere gioielli italiani passare in mani straniere" e, incalzato sulla possiiblità che il primo di questi gioielli potesse essere proprio Blumarine, non si era, allora, lasciato sfuggire indiscrezioni. Ora l'acquisizione è ufficiale, come ci ha confermato Marco Marchi in data odierna: "È un sogno, una mia visione imprenditoriale che si avvera: aggregare marchi di fascia alta accomunati da forte distintività e potenziale di crescita con l’obiettivo di portarli a competere più efficacemente a livello globale. In Italia esiste questo straordinario patrimonio di aziende con forte identità e che fanno di qualità e creatività i loro elementi fondanti. Purtroppo spesso non sono in grado di crescere per mancanza di massa critica, capitale, tecnologia, management e sinergie - asset che solo un grande gruppo può garantire”.
La trattativa, avvenuta in via privata tra la famiglia Tarabini e Marco Marchi e senza istituti bancari intermediari, si è rapidamente conclusa con la sottoscrizione degli accordi per la cessione del 100% delle quote di Blufin a Eccellenze Italiane.
“Mia madre (Anna Molinari), io e tutta la nostra famiglia, riteniamo questo step estremamente positivo per lo sviluppo e la crescita dell’azienda e dei suoi brand", ha dichiarato in una nota ufficiale Gianguido Tarabini. "Crediamo fortemente nelle doti imprenditoriali di Marco Marchi, nel suo legame con il territorio ed auspichiamo che questa operazione rappresenti un caso di successo dell’imprenditoria carpigiana e della Moda italiana”.
Per la prossima stagione, un team di designer interno realizzerà una collezione capace di coniugare gli elementi distintivi di Blumarine con quello che sarà il nuovo percorso del brand. La Direzione Creativa è ancora in fase di definizione e porterà nuovamente Blumarine a sfilare a Milano durante la Fashion Week di settembre 2020.
“Ci attende un importante e serio lavoro di riorganizzazione e rilancio che dovrà dare ossigeno e nuova linfa a questa straordinaria realtà italiana", ha precisato Marco Marchi. "In 5 anni contiamo di arrivare a un fatturato di 50 milioni di euro con un EBITDA a doppia cifra, vogliamo crescere sì, ma gradualmente e in modo sostenibile anche per proteggere l’esclusività di questo gioiello del Made in Italy”.
Nei giorni scorsi il numero uno di Liu Jo era entrato anche nella compagine societaria di un altro storico nome del Nordest, Coin, la catena di department store italiana, grazie ad un aumento di capitale che lo ha portato a detenerne una quota pari al 15%.
Liu Jo è stata fondata dai fratelli Marco e Vannis Marchi nel 1995 per poi diventare brand iconico soprattutto dopo la campagna pubblicitaria con Kate Moss 2011 e l'apertura del flagship store a Milano, in Corso Vittorio Emanuele. Nel 2018 il marchio ha registrato un fatturato di 372 milioni di euro, crescendo del 10% rispetto al 2017. A questa cifra si aggiungono i 65 milioni di euro di vendite ottenuti dalla linea maschile, gestita in licenza dall’azienda Co.Ca.Ma.
Il Gruppo Blufin, proprietario dei marchi Blumarine, Blugirl, Anna Molinari e Be Blumarine è oggi presente in 50 paesi e le collezioni sono distribuite in più di 500 punti vendita, di cui 31 boutique e shop-in-shop monomarca in tutto il mondo. Il fatturato consolidato 2018 comprensivo di royalties sulle licenze è stato di 33 milioni di euro generato per il 40% dal mercato domestico e per il 60% dai mercati internazionali.
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