Furmark: una certificazione a garanzia del benessere animale nel settore della pellicceria
Per certificare le pellicce in termini di benessere animale e protezione dell’ambiente, l'International Fur Federation (IFF) annuncia l'implementazione di una certificazione che va dall'allevamento alla distribuzione, integrando concia e produzione. Un vasto progetto, iniziato quattro anni fa.

Il programma, che mira in particolare a fornire un inquadramento per le pellicce destinate al mercato del lusso, si basa sulle certificazioni esistenti in Europa e Nord America. L'IFF sottolinea che la certificazione sarà applicata rigorosamente, con visite e valutazioni dei siti della filiera.
“Sono presi a modello gli standard più esigenti, come il programma europeo di controllo degli allevamenti Welfur, riconosciuto dalla Commissione Europea e integrato negli standard dei gruppi francesi del lusso e della moda”, indica la federazione. “Questi standard sono inoltre costruiti su una solida base scientifica fornita da terze parti (veterinari, università ecc.). I prodotti certificati Furmark devono poi essere forniti da finitori e tintori accreditati che soddisfano lo standard SafeFur (che copre la durabilità, il controllo dell'uso di sostanze chimiche, la riduzione delle emissioni inquinanti e la sicurezza dei prodotti), il quale include test effettuati da terzi, tra i quali quelli richiesti da altri settori (come Oeko-Tex)”.
L'IFF specifica che il gruppo francese LVMH ha apportato al progetto la sua preziosa esperienza e ha dedicato molto tempo allo sviluppo della certificazione negli ultimi quattro anni. Al progetto hanno preso parte anche importanti brand attraverso piattaforme di tracciabilità gestite dall'industria delle pellicce, guidate dal sistema ChainPoint.
Questa nuova certificazione nasce in un momento in cui la pelliccia sta sperimentando un aumento delle posizioni a lei fortemente contrarie. Israele ha recentemente annunciato il divieto al commercio delle pellicce, mentre paesi come la Norvegia e la Francia hanno deciso di chiudere gli allevamenti locali. Ma questo approccio è illustrato soprattutto da quei marchi e rivenditori che hanno deciso di rinunciare alle pellicce. MyTheresa si è appena unita a un elenco già forte di nomi come Canada Goose, Valentino, Prada, SMCP (Sandro, Maje, Claudie Pierlot) o Macy's.

Al centro di tali decisioni, il destino di circa 100 milioni di animali su cui si basa quest’industria, di cui 37 milioni localizzati nell'UE, con Danimarca, Finlandia e Polonia che sono i principali fornitori del comparto dopo la Cina. L'ONG anti-pellicce Humane Society International ha stimato nel 2018 che gli allevamenti europei annoveravano 34,7 milioni di visoni, 2,7 milioni di volpi, 166.000 procioni e 227.000 cincillà. Ad oggi 21 nazioni dell'Unione Europea avrebbero allevamenti di visoni.
Tramite Furmark, l'industria intende ora rassicurare marchi e consumatori di fronte agli scandali che hanno colpito alcune aziende di allevamento. “Per gli attori del settore delle pellicce e del lusso, in particolare francesi, si tratta di rispondere alla domanda per un marchio di fiducia da parte dei consumatori e di mantenere una dinamica di lotta contro i prodotti inquinanti, sintetici e provenienti dalla fast fashion”, indica il settore.
“Questo è un punto di svolta: se le persone avevano dubbi sull'acquisto o sull'indossare pellicce naturali, hanno ottenuto le risposte che chiedevano da Furmark”, sostiene in un comunicato Mark Oaten, CEO di IFF. “Il nostro settore ha radici secolari e sta vivendo oggi un momento di trasformazione molto significativo: i prodotti tracciabili e sostenibili rappresentano la vera alternativa alla fast fashion. Garantisce il benessere degli animali e gli standard ambientali e dimostra la volontà condivisa dei suoi componenti di fornire una certificazione trasparente e di facile comprensione. Significa, in breve, che le persone possono acquistare con sicurezza pellicce naturali sostenibili. Furmark infatti fornisce direttamente al consumatore standard internazionali e riconosciuti”.
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