21 set 2021
Furla debutta a Micam e progetta i primi corner dedicati alle calzature
21 set 2021
L’edizione settembrina di Micam, che ha registrato risultati che fanno ben sperare per una vera "ripartenza", ha segnato anche la prima volta al salone per Furla. Lo storico player bolognese ha svelato a FashionNetwork i suoi ambiziosi progetti per la divisione dedicata alle calzature, creata nel 2018 attraverso l’integrazione con uno specialista marchigiano del comparto e con la creazione di un’azienda dedicata al progetto.

“La partecipazione a Micam è stata una scelta quasi ‘obbligata’ per un’azienda come la nostra, che ambisce a diventare un player importante anche nel settore della calzatura”, ci ha spiegato il CEO di Furla Mauro Sabatini, arrivato in azienda lo scorso gennaio. “Siamo partiti con qualche modello ma poi, parlando con Giovanna Furlanetto, abbiamo deciso che la scarpa doveva diventare la nostra seconda categoria più rappresentativa, sia per l’affinità con il mondo della pelletteria e quindi dell’accessorio, sia perché in linea con la nostra filosofia di brand: offrire alla donna prodotti con contenuti, design e innovazione e con molteplici funzioni d’uso”.
Il brand ha quindi deciso di trasferire il proprio DNA in una collezione composta da modelli classici ed eleganti, ma rivisti in chiave innovativa, proponendoli sul mercato a prezzi accessibili: dai 180/250 euro delle scarpe, fino ai 400 euro degli stivali in pelle. Una linea prodotta per la maggior parte in Italia, la filiera principale è infatti nelle Marche, con solo qualche modello, principalmente di sneaker, realizzato all’estero.

“Abbiamo sviluppato una collezione piuttosto ampia perché ci rivolgiamo principalmente al canale wholesale, che oggi realizza circa il 70% delle vendite, accanto a 25 nostri flagship europei in cui abbiamo deciso di inserire la linea. Durante la pandemia abbiamo lavorato bene con gli e-tailer e stiamo crescendo di circa il 40% stagione su stagione”, prosegue Sabatini. “Alcuni modelli, soprattutto i primi, si abbinano alle borse, ma poi abbiamo voluto creare un ‘mondo scarpa’ a sé stante, anche per conquistare diversi target di clientela; oggi ci rivolgiamo in particolare alle donne dai 25/30 anni fino ai 40/45. Stiamo anche studiando nuovi materiali sostenibili, oltre a quelli che utilizziamo già: vogliamo che le nostre scarpe siano un acquisto etico e con un prezzo rispettoso del cliente”.
A livello distributivo, i primi mercati sui quali l’azienda intende affermarsi con la propria collezione di scarpe sono l’area EMEA, la Russia e i Paesi dell’ex Unione Sovietica, “dove c’è ancora un canale wholesale interessante e dove lavoriamo bene anche online”, precisa il CEO. In un secondo momento, a partire dalla fine del prossimo anno, il progetto verrà lanciato in Giappone con i primi corner Furla dedicati solo alle calzature all’interno di department store.
Per la primavera/estate 2022 Furla propone una collezione, la quarta per il mondo calzature, che comprende numerose tipologie di modelli, dal tacco stiletto alla sneaker, dalle pump solide al casual urbano, in un mix di forme senza tempo abbinate a tacchi architettonici e dettagli contemporanei. Tra le proposte spiccano le mules incrociate Furla Gilda, ispirate alle espadrillas, che mixano corda e pelle a un battistrada di gomma bianca.

Insieme a pellami di grande qualità, la collezione utilizza materiali innovativi come la microfibra con effetto suede, la nappa sintetica stretch, la vernice reflex, il nylon perlato con effetto metallico, il tessuto “macro mesh” dalla struttura lavorata a maglia, la serie in canvas stampati, la rafia a chicco di riso e la corda, oltre alle pelli stampate rettile. La cartella colore si divide tra le proposte cromatiche più classiche (talco, sand, ballerina, cognac e nero) e tonalità più accese come il peonia fuxia, l’artemisia, il tangerine, il girasole, il ninfea.
Oltre alle scarpe, l’azienda sta investendo molto in digitalizzazione e omnicanalità: “Più che aprire nuovi negozi, stiamo ripensando il concept di quelli esistenti per trasformarli in ottica omnichannel: un test pilota partirà dall’Italia, coinvolgendo 15 nostri flagship, per poi essere esportato in tutto il mondo”, ci anticipa Sabatini.

Oggi Furla conta 480 store a livello globale, di cui un centinaio in Giappone, suo primo mercato con il 30% del fatturato; l’Asia rappresenta complessivamente oltre il 50% delle vendite, l’Italia il 15%, l’America il 6/7% e il resto è realizzato in Europa, Russia e Middle East.
“Il primo semestre dell’anno è andato molto bene rispetto al 2020 e confidiamo in un fatturato in crescita, anche se alcune aree del mondo soffrono ancora per le chiusure forzate”, conclude Sabatini. “Confidiamo in una vera ripartenza dal 2022. Micam ci sta confermando segnali di ritorno alla normalità: abbiamo avuto un’affluenza importante allo stand, anche dall’estero sebbene manchino asiatici e americani, e molti ordini. È un segnale davvero importante per noi operatori del settore”.
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