1 dic 2020
Freddy vince la causa contro l'imitatore britannico del pantalone Wr.Up
1 dic 2020
L’Alta Corte londinese mette un punto fermo nella battaglia legale durata due anni tra Freddy e la britannica Hugz Clothing, accusata di aver copiato il pantalone modellante Wr.Up, prodotto di punta del marchio italiano di sportswear, lanciato nel 2012 sull'onda della crescente popolarità dello shapewear. Lo si apprende da un comunicato Freddy.

L’azienda di Liverpool e il suo direttore creativo, Chris Kavanagh, hanno ammesso di aver copiato il design del pantalone in jersey dall'effetto denim. La controversia tra le due parti si era risolta l’anno scorso, ma in seguito Hugz aveva deciso di lanciare una seconda linea, ugualmente in violazione del brevetto italiano.
Il giudice David Stone, nella sentenza pubblicata lo scorso 19 novembre, ha constatato la violazione dell’accordo da parte di Hugz, accusandola inoltre di aver infranto le norme sul passing off, cioè di aver tentato di confondere il pubblico inducendolo a pensare che il proprio prodotto fosse un modello di casa Freddy.
Nella sentenza, il giudice ha evidenziato che la gamma è venduta in più di 40 Paesi, con un volume d'affari globale di quasi 19 milioni di sterline nel 2016. Il modello è partito da un prezzo di circa 70 sterline al paio in Gran Bretagna, mentre Hugz vende a prezzi notevolmente inferiori. Regno Unito e Irlanda ne producono fino al 14% delle vendite globali annuali e, dal 2015, rappresenta oltre il 90% degli introiti locali della società.
In tribunale, la società di Carlo Freddi ha dato testimonianza del danno causato dai jeans firmati Hugz, compresi i reclami da parte dei distributori. Il magistrato è stato anche informato di iniziative pubblicitarie social da parte degli ex distributori della gamma Freddy che sono divenuti fornitori della Hugz. I legali di Freddy hanno infine fatto sapere che il marchio richiederà il risarcimento danni.
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