Fred Perry presenta i suoi risultati pre-pandemia, mostrando un flusso di cassa solido
La griffe inglese di abbigliamento Fred Perry, celebre per le sue polo, ha reso noti i risultati del proprio esercizio fiscale 2019; un esercizio ridotto, poiché copre un periodo di nove mesi che è terminato alla fine del 2019. Il marchio dei due rami d’alloro, che recentemente ha inaugurato negozi a Milano e Madrid, ha realizzato un fatturato netto di 88,2 milioni di sterline (98,2 milioni di euro) nel corso del periodo. Un dato in calo rispetto ai 122,2 milioni di sterline (136,1 milioni di euro) generati nei dodici mesi precedenti. Ma su base comparabile, vale a dire sull’intero 2019, la società ha registrato entrate per 127 milioni di sterline (141,4 milioni di euro).
Il margine lordo nei nove mesi è stato di 44,8 milioni di sterline (49,9 milioni di euro), contro i 66,1 milioni di sterline (73,6 milioni di euro) dell’esercizio precedente, con una percentuale di margine lordo del 50,7%, anch’essa in diminuzione (fu del 54,1% nel 2018). L’utile netto è stato di 9,67 milioni di sterline (10,8 milioni di euro), contro i 22,82 milioni di sterline (25,4 milioni di euro) di un anno prima.
La casa madre dell’azienda, Fred Perry (Holdings) Limited, che gestisce i marchi Fred Perry e Lavenham nel Regno Unito e su alcuni mercati internazionali, ha anch’essa presentato i suoi risultati, sostanzialmente simili a quelli della propria controllata. Il gruppo ha realizzato un fatturato di 91,2 milioni di sterline (101,6 milioni di euro) nel periodo di nove mesi, contro i 127 milioni di sterline (141,4 milioni di euro) dell’esercizio completo precedente. L’utile netto è stato di 9,7 milioni di sterline (10,8 milioni di euro), in discesa rispetto ai 25,2 milioni di sterline (28,1 milioni di euro) mostrati nell’esercizio 2018.
L'azienda non ha ancora pubblicato i dati sul proprio business dalla fine del 2019. Fred Perry specifica solo di aver posto in atto “un controllo rigoroso dei costi e una riduzione di tutti i progetti accessori” di fronte alla crisi sanitaria. Quanto alla Brexit, la società ha dichiarato che, nonostante le incertezze, dispone di una vasta base di fornitori al di fuori dell'Unione Europea, “che mitiga il rischio di attriti commerciali tra il Regno Unito e l'UE”.
Il flusso di cassa dell'azienda sembra essere abbastanza solido, con più di 100 milioni di sterline (111,3 milioni di euro) a sua disposizione e nessun prestito in essere. Un bel vantaggio, visto che la pandemia dovrebbe avere un impatto sulle sue attività commerciali “ancora per un certo tempo”, nelle parole della società.
Secondo Fred Perry, le sue riserve di liquidità lo aiuteranno a far fronte alle difficoltà future, e gli consentiranno di prendere decisioni basate “sull'interesse strategico a lungo termine del marchio”.
Quest'ultimo consiste in particolare nell’individuare come target clienti “internazionali e iperconnessi”,passando da un “approccio stagionale obsoleto al proporre collezioni trimestrali, al fine di fornire ai nostri clienti nuovi prodotti e contenuti che arricchiscano continuamente l'immagine del marchio”.
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